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Destinazione fiere: pronto il bando da 800mila euro che porta le imprese in giro per il mondo. Sabatini: "Erogati 5 milioni in quattro anni"

12 Gennaio 2023

FERMO – 800mila euro per accompagnare le imprese marchigiane nelle principali fiere mondiali e italiane. È questo il plafond messo in campo dalla camera di commercio delle Marche del presidente Gino Sabatini, affiancato da Regione, Atim e Svem, per i primi sei mesi del 2023.

Una somma fondamentale che le imprese attendevano di conoscere e che sono già pronte a intercettare, pezzo per pezzo, partecipando al bando legato all’internazionalizzazione. In prima fila il numero uno dei calzaturieri Valentino Fenni.

Per capire come muoversi, un aiuto è arrivato anche dalla Politecnica delle Marche. “L'evoluzione delle fiere - rimarca Gregori - ha portato ad un nuovo processo che è quello dell'integrazione tra la fiera fisica e quella digitale partendo da un punto fondamentale che l'approccio relazionale non è sostituito dalle macchine in quanto gli affari si fanno tra persone, attraverso le relazioni e che queste si possono sviluppare e consolidare mediante le macchine".

E così, ecco il bando ‘fisico’. “Prevede che sono ammesse a contributi le imprese che al momento della domanda abbiano sede legale nel territorio della Regione Marche. I contributi sono usabili per esposizioni permanenti di beni e servizi organizzate per esclusive finalità promozionali (ad esempio showroom), business meeting e convegni, manifestazioni di interesse tipicamente locale”.

Tutto questo per aiutare micro, piccole e medie imprese del territorio marchigiano che parteciperanno alle manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali che si svolgeranno nel primo semestre di quest'anno sia in presenza sia in modalità virtuale.

Che il sistema funzioni, lo dice con un dato il presidente Sabatini: “In 4 anni (e senza contare il secondo semestre 2022 ancora in fase di rendicontazione) sono stati erogati 5 milioni a favore di quasi 1900 imprese e che hanno stimolato la partecipazione a oltre 600 manifestazioni fieristiche svolte in 73 Paesi”.

Il nuovo bando ha il marchio dell’assessore Andrea Antonini, che l’ha presentato nella sua Ascoli piceno, non a caso: “Il Sud delle Marche per molti anni è stato trascurato con delle scelte spesso un po' squilibrate ed è necessario riportare un po' di equità soprattutto in quei territori che negli anni hanno sofferto".

 Con lui oltre a Gino Sabatini, il rettore dell'Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, il direttore Agenzia per il turismo e l'internazionalizzazione e il presidente Svem Andrea Santori.

“Sappiamo tutti che il mercato è in continua evoluzione con nuovi orizzonti e scenari e proprio per questo occorre che le imprese, anche attraverso dei programmi di filiera, siano solide e strutturate quando si propongono all'estero e che abbiano delle capacità competitive elevate dal punto di vista delle innovazioni e delle tecnologie" sottolinea Antonini.

“Il bando presentato oggi è uno strumento prezioso e determinante per molte delle nostre imprese. Contiamo sempre che le risorse a disposizione possano aumentare. La Svem farà il possibile per aiutare ogni realtà a non perdere le occasioni, soprattutto in vista dei bandi europei” aggiunge Santori. In linea è Bruschini, numero uno Atim: “Dobbiamo contaminare i settori e far crescere quelli con potenziale, penso alla nautica. Occorre guardare altrove e assimilare buone pratiche ed esperienze altrui e declinarle al meglio nel nostro territorio”.

Le risorse ci sono, non vanno sprecate: “Serve un sistemo più complesso anche per valutare l’efficacia della partecipazione alle fiere che oggi sono cambiate profondamente: prima erano solo un canale indiretto, da cui tornare con ordini. Poi sono divenute il luogo della relazione; poi ancora la pandemia sembrava averle annullate e ora tornano in forma ibrida e abbiamo capito che le piattaforme, le macchine sono fondamentali ma vanno animate con la relazione umana” riprende Gregori.

“Dobbiamo dare alle aziende l’opportunità di presentarsi al mondo in maniera adeguata, perché il mercato là fuori alza sempre l’asticella e le imprese meno strutturate, benché di valore, rischiano di non essere competitive” conclude Antonini.

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