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Il gruppo assembleare del Partito Democratico boccia il Piano Socio Sanitario 2023-2025

8 Agosto 2023

ANCONA – Un Piano irricevibile, inemendabile, sbagliato nel metodo, nella forma e nei contenuti. Il gruppo assembleare del Partito Democratico annuncia la sua posizione fortemente contraria al nuovo Piano Socio Sanitario Regionale 2023-2025 che andrà domani in discussione in aula. La bocciatura senza appello arriva dalle parole del capogruppo regionale Maurizio Mangialardi e dal consigliere Romano Carancini, vicepresidente della IV commissione “Sanità e Politiche sociali”.

“Non si tratta nemmeno di un Piano – afferma Mangialardi, relatore di minoranza – ma di un contenitore infarcito di tutto, che non darà alcuna risposta ai bisogni della sanità marchigiana. Tanto è vero che ha già incassato il giudizio negativo del Crel. Per questo il nostro voto sarà convintamente contrario. Si propongono cose palesemente irrealizzabili, non esiste un allegato finanziario, non c’è una stima dei fabbisogni di personale. Uno strumento privo di visione e di quel minimo di onestà intellettuale che un tema così importante come la Sanità richiede. Le uniche certezze sono che nella nuova pianificazione non è prevista né la riapertura dei famosi 13 piccoli ospedali, cavallo di battaglia della destra e, in particolare, dell’attuale assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, né un programma di assunzioni per medici, infermieri, operatori socio-sanitari, capace di rispondere alle gravi carenze che mettono in difficoltà le nostre strutture ospedaliere. La destra è riuscita persino a mancare l’opportunità offertagli dal Pnrr, anche a causa dei gravi tagli lineari apportati al governo Meloni alle risorse destinate alla missione Salute. Va detto chiaramente: è pura ipocrisia “vendere” ai marchigiani una pianificazione che non tiene conto dei vincoli imposti dalle norme nazionali. Norme su cui la giunta Acquaroli non ha neppure tentato di fare una battaglia e di aprire un tavolo di confronto con il governo. Quella battaglia abbiamo dovuto farla noi, un gruppo di opposizione, tramite una proposta di legge alle Camere per far sì che venga aumentata la spesa sanitaria per le Regioni. Come ci si può fidare di questa giunta regionale, che vorrebbe farci credere che il nuovo Piano, una sorta di libro dei sogni, possa essere applicato lasciando invariate le voci di spesa e investimento della sanità regionale? La verità è che ancora una volta di prova a ingannare i cittadini, per nascondere tre anni di fallimenti che hanno portato alla diminuzione dei servizi, al taglio delle risorse, ma soprattutto all’esponenziale allungamento delle liste d’attesa che ormai rende impossibile la prenotazione di visite ambulatoriali e esami diagnostici anche per pazienti a rischio, oncologici, cardiopatici, obbligando chi vuole curarsi nelle Marche a rivolgersi al privato”.

“Il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale – aggiunge Carancini – è il grande inganno della giunta Acquaroli ai danni delle marchigiane e dei marchigiani. Basti solo dire che il dibattito su uno strumento così importante e su cui si concentrano le aspettative di tutti dopo la drammatica esperienza del Covid, è stato liquidato in appena 53 giorni di audizioni: un vero e proprio record negativo per quanto concerne la partecipazione degli operatori, delle associazioni, dei sindacati, delle imprese e dei cittadini. Trovo che sia legittimo chiedersi: cosa deve nascondere la destra? Io credo che non vogliano far sapere che il nuovo Pssr, in realtà, non è un piano, poiché mancano tutti i riferimenti puntuali alle risorse per il personale, l’aggregato di spesa, i costi sociali e i costi intermedi. Ma temo che soprattutto tentano di nascondere che si tratta di uno strumento che nasce già vecchio, visto che la stragrande maggioranza dei dati messi a disposizione riguardano le annualità 2019, 2020 e 2021. Non sono indicati né i temi né gli obiettivi. Non si parla per niente, per esempio, di aree interne e di digitalizzazione, che peraltro il Pnrr individua come settore strategico. E, a proposito di Pnrr, la destra porterà in aula un Piano che neppure tiene conto delle modifiche apportate dal governo Meloni, che si tradurranno in un drastico taglio del numero delle Case di Comunità, degli Ospedali Comunità e delle Centrali Operative Territoriali”.

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