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Balneari, concessioni a gara nel 2023 con indennizzi. Ma Acquaroli non è convinto: "Prima va fatta la mappatura"

27 Maggio 2022

PORTO SAN GIROGIO – Accordo al Governo sui balneari, ma il presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, ha più di un dubbio. Del resto, la leader del suo partito, Giorgia Meloni, si è detta contraria al provvedimento che invece ha l’appoggio di Pd, Lega, Forza Italia e 5 Stelle.

“Nella questione balneari-direttiva Bolkestein, credo che andare alle gare senza una mappatura, sarebbe come saltare uno step che farebbe chiarezza e renderebbe più legittimo e accettabile da parte dei balneari stessi quello che è il senso della revisione” sottolinea Acquaroli.

Che poi aggiunge: “La mediazione? Sono preoccupato per una dinamica che potrebbe toccare tante imprese sul territorio: i balneari rappresentano una filiera non solo turistica ma anche enogastronomica, alimentare, del divertimento, un patrimonio del nostro territorio fatto per la maggior parte di piccole imprese, imprese a carattere famigliare, che oggi vedono messo in discussione tutto il loro lavoro, gli investimenti fatti in un momento già difficile di suo e si continua a creare incertezza”.

Insomma, la paura del governatore è di una mancanza di visione: “Parliamo di un’industria trainante del turismo che avrebbe dovuto essere maggiormente tutelata nei contesti nazionali. Siccome la direttiva richiede una certificazione della disponibilità o indisponibilità del bene, avevamo chiesto una mappatura. Credo sia l'elemento principale che ci deve dire se il bene è ancora disponibile allora non ha senso togliere, dal punto di vista della gestione demaniale, il bene a chi oggi lo ha per l'attività. Invece se il bene non è più fruibile allora potrebbe essere giusto andare all'asta: a noi risulta che il bene è ancora disponibile: ci sono tanti chilometri di spiaggia nel litorale nazionale e regionale che possono essere messi nella disponibilità di chi dovesse essere il gestore”. 

Ma dopo mesi di stallo la commissione Industria del Senato ha trovato l’intesa. Dal primo gennaio 2023 scattano le gare, c'è tempo un anno per completarle. Con una deroga per i Comuni in caso “di ragioni che impediscano la conclusione della procedura selettiva entro quella data, compresi, a titolo esemplificativo contenziosi o difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura». Si può rinviare «per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura» ma non oltre il 31 dicembre 2024. Altro nodo chiave, l'indennizzo per le aziende balneari che non ottengono il rinnovo della concessione. Si calcola «sulla base delle scritture contabili» o «di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza».

L'indennizzo è «a carico del concessionario subentrante» per «la perdita dell'avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l'esercizio dell'impresa». Per le spese di avviamento si deve intendere l'utile meno il costo figurativo. E sono esclusi dal calcolo i beni abusivi.

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