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Studio della Cna di Ascoli, fino al 7 luglio gli imprenditori lavorano solo per pagare le tasse

28 Aprile 2023

ASCOLI – Lavorare per pagare le tasse. Ad Ascoli Piceno questo accade fino al 7 luglio, a Fermo il 4 luglio. Situazione che posiziona il Piceno al 42esimo posto tra i capoluoghi di provincia italiani “per minore incidenza di tasse e contributi su reddito di impresa e reddito disponibile”.

Lo ricorda la Cna analizzando l’Osservatorio sulla tassazione delle piccole imprese che dimostra che ‘Comune che vai, burocrazia che trovi”. A partire da un’ipotetica piccola azienda tipo - un’impresa artigiana individuale costituita da un impiegato e quattro operai, con macchinari e immobili per un valore commerciale di 500.000 euro, ricavi per 431.000 euro e soprattutto in grado di rappresentare un modello aderente alla realtà multiforme del sistema produttivo italiano -, lo studio elaborato dal dipartimento Politiche fiscali e societarie di CNA ha dunque messo in luce gli evidenti squilibri che, da nord verso sud, caratterizzano il tessuto imprenditoriale nazionale dal punto di vista della tassazione.

“Tenendo conto dei parametri che concorrono alla definizione di pressione fiscale Istat - tributi Irpef, Irap, addizionale regionale e comunale all’Irpef, Imu e tassazione sui rifiuti, ma anche contributi dovuti dall’artigiano - il Centro studi CNA ha potuto stilare una graduatoria delle città fiscalmente più virtuose, che come già anticipato vede Ascoli al 42° posto con un tasso fiscale - Total Tax Rate - pari al 51,9%, ben al di sopra del 46,7% di Bolzano ma altrettanto più rassicurante del 58% fatto registrare da Agrigento” spiegano i vertici della Cna picena.

Si tratta di una proiezione per il 2022 basata sulle aliquote e tariffe applicate nel corso dell’annualità precedente che, per la città delle 100 torri, risulta perfettamente in linea con la media regionale del 53,3% e nazionale del 52,7%, con un calo di ben 8,2 punti percentuali, che diventano 8,4 nelle Marche, tredicesime nella graduatoria per regioni, e 7,5 a livello nazionale, rispetto al 2021 ascrivibile principalmente a una serie di coincidenze favorevoli, come la modifica dell’Irpef inserita nella legge di Bilancio 2022, l’eliminazione dell’Irap per imprenditori individuali e autonomi e la deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa nella misura del 100%, e non più del 60%.

In linea di massima, a fare la differenza nell’ampio ventaglio fiscale italiano sono, in massima parte, la tassa locale sui rifiuti solidi urbani (Tari) e l’Imu, mentre altri parametri come l’addizionale Irpef hanno un peso marginale sulla tassazione complessiva. Secondo le stime per il 2022, le imposte erariali corrisponderanno in media al 37,4% della pressione fiscale, con un 14,3% riservato alle tasse comunali e un esiguo 1% di matrice regionale.

Il Tax Free Day cade il 7 luglio. “Un dato che, fortunatamente, appare in controtendenza rispetto a quello registrato nel 2021, quando l’ultimo giorno riservato al pagamento degli oneri fiscali era fissato al 7 agosto - due giorni prima della stima elaborata per il 2019 -, ma che comunque mette in luce le criticità di un sistema fiscale che necessita al più presto di una riforma strutturale”.

Cosa fare peer migliorare il tutto? Di certo, peer la Cna di Ascoli Piceno, bisogna premiare le imprese più efficienti nella produzione della ricchezza, ossia quelle in grado di generare un reddito più elevato rispetto a quello delle aziende attive nel medesimo settore, in un meccanismo virtuoso che possa riservare una riduzione della pressione fiscale commisurata al reddito di eccellenza stimolando l’intero comparto a fare meglio.

“E poi, esonerare le aziende dall’invio dei dati delle liquidazioni Iva, ridurre la ritenuta dell’8% sui bonifici relativi alle spese per cui sono concesse detrazioni fiscali e incrementare il limite per il visto di conformità consentirebbe di far fronte a un’autentica “giungla fiscale” generata dall’attuale scarsa disponibilità di risorse nel bilancio dello Stato” ribadisce il direttore Balloni.

«Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori meritano di poter sostenere un fisco meno oneroso, ma soprattutto più semplice e più equo. Non va mai dimenticato che il 98% delle aziende sono piccole realtà” conclude la presidente Arianna Trillini.

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