Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Montevarmine regno del biologico, il sogno si allontana. Ciaudano e la Cia: "Servono risorse e impegno politico"

15 Aprile 2021

di Francesca Pasquali

FERMO - Il sogno di fare di Rocca Montevarmine la culla del “bio” s’allontana. L’ex castello è conciato male. La strada d’accesso è quasi inagibile. Le foto col tetto bucato in più punti le hanno fatte i droni, perché, a piedi, è difficile arrivarci. Attorno, dei progetti di agricoltura sociale promessi dal bando del Comune neanche l'ombra. La denuncia, l’ennesima, arriva dalla Cia.

«Dopo più di tre anni dalle prime assegnazioni, non vi è traccia di azioni sociali svolte. Non chiediamo di vedere un progetto già operativo, ma non c’è stato neanche un report o una presentazione pubblica di cosa si voglia fare. Un progetto in cui il Comune è promotore e co-finanziatore non può assumere un carattere meramente privatistico», dice il direttore della Confederazione italiana agricoltori Marche Sud, Massimo Sandroni.

Addio sogno “bio” per Fermo in terra di Carassai? Si augura di no, Sandroni, ma il sospetto «che le aziende assegnatarie abbiano solamente voluto acquisire un fondo a scapito delle aspettative del Comune e degli ex affittuari» resta. Da qui, la richiesta al Comune di verificare lo stato dell’arte e tirare fuori dai cassetti «i documenti presentati in istruttoria dalle aziende assegnatarie al bando, che attendiamo da più di un anno».

Tre settimane fa, la questione era stata sollevata in un incontro online organizzato dal Centro studi “Carducci”, che aveva chiamato a raccolta l’associazionismo locale. «Dovrebbe scattare una scintilla, un senso di riscatto. Non basta – aveva esordito Alessandro Ciaudano, socio del centro studi – la volontà del Comune, che dovrà comunque svolgere un ruolo di promotore del progetto integrato e di chi ama la rocca».

Quello che serve «è un progetto complesso che richiede grandi risorse, tenacia e coesione», aveva aggiunto, lanciando l’esca «a imprenditori illuminati del Fermano e dell’Ascolano». Il sogno più volte naufragato di far rivivere la rocca e i più di seicento ettari di terreno intorno è sempre lì. «Potremmo essere i precursori del rilancio del territorio», aveva incalzato il “Carducci” durante l’incontro.

E invece? L’ultimo dei quattro bandi è di fine 2017 e ha suddiviso il terreno in 16 lotti, da convertire in coltivazioni di agricoltura sociale, e in 37 fabbricati rurali. Rocca ed ex ristorante sono esclusi. L’errore, per il centro studi e il comitato nato per difendere la rocca, sta proprio lì: nell’aver svincolato ex castello e terreno.

Lo stato dell’arte parla di 13 lotti assegnati a sei affittuari e di tre sospesi per ricorsi amministrativi. «Cosa aspettarsi – chiosa Sandroni – se, a due anni dall’assegnazione, un’azienda che doveva avviare l’agricoltura biologica, ha appena effettuato un trattamento diserbante su frumento?».

Print Friendly, PDF & Email
Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram