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Gino Sabatini lascia la guida della Cna Marche: "Vaccini e Pnrr le sfide da vincere. Ridiamo forza al centro Italia"

17 Settembre 2021

di Raffaele Vitali

ANCONA – “Noi siamo le Marche, siamo il saper fare. Quelli che credono nel presente e custodiscono il passato”. Inizia così l’assemblea regionale delle Marche della Cna, quella che sancisce il passaggio della presidenza da Gino Sabatini a Paolo Silenzi, dall’imprenditore edile di Offida al calzaturiero di Montegranaro.

Non c’è in presenza la sindaca di Ancona Mancinelli, “impegnata in un tavolo del Pd sulla ricostruzione” come spiega in un video messaggio in cui ringrazia Sabatini per il suo ruolo. C’è il prefetto: “Le vostre imprese sono il presente di quella meravigliosa stagione del rinascimento italiano”. Ci sono i vertici della regione e

È il momento di Gino Sabatini, che ormai di fronte al microfono non esita. Idee chiare, capacità di rapportarsi con tutti, che sia il presidente della regione o la direttrice generale di Intesa San Paolo. Traballa solo durante il video che racconta i suoi otto anni alla guida degli artigiani, accompagnati da un violinista e resi ‘indimenticabili’ dal ‘se bellissimo’ affidato a una cantante.

Sabatini è stato il presidente delle difficoltà: crisi nel 2011, sisma, “con la ricostruzione lontana, ma accelerata nell’ultimo anno”, e pandemia. “Eppure siamo ancora qui, un’associazione con 17mila artigiani iscritti e 16mila pensionati”.

Non ama guardare indietro il numero uno della Camera di Commercio: “Campagna vaccinale e Pnrr sono le due sfide da vincere. Vaccinarsi ora per non fermarsi ancora. L’economia sta crescendo, anche se resteremo sotto i livelli del 2019, quando ancora dovevamo recuperare da un periodo difficile”.

Ma il sistema è vivo: 1139 aziende in più in sei mesi. “A trainare il rafforzamento sono i servizi ad alto contenuto di conoscenza”. Lascia un’associazione che ha l’obiettivo di diventare sempre più forte a livello regionale, unendosi. “Le Marche al plurale nascono nel Medioevo e ancora oggi i territori competono tra di loro. Tocca alla politica mettere a fattore comune le diversità”.

Un obiettivo che lascia sul tavolo di Paolo Silenzi anche il segretario nazionale Silvestrini: “Mi aspetto tra qualche mese una telefonata che mi dica che l’operazione unitaria è pronta. Di certo un aiuto ve lo darà il segretario Otello Gregorini (che Sabatini definisce il boss, ndr). Il nuovo presidente ha una fortuna, quando si arriva dopo i giganti si può anche salire sulle loro spalle e guardare così ancora più lontano”.

Un grande attestato di stima per Sabatini, che senza esitare si definisce un uomo della Cna. “Non c’è ruolo che tenga, la mia casa è quella degli artigiani”. Anche se ora tra Camera di Commercio delle Marche e vicepresidenza di Unioncamere il lavoro non mancherà. “Sono anche un uomo del fare, siamo marchigiani che fanno del piccolo e bello nu modello di sviluppo. Sono convinto che possiamo essere l’energia migliore del paese, anche se in pandemia abbiamo perso forza. Siamo stati classificati come regione in transizione, usiamo al meglio le risorse in più, per ripartire”.

Tra i tanti contenuti del suo intervento c’è quello sulla ricostruzione: “Abbiamo costruito un team sisma, vogliamo essere parte dell’azione integrata con le altre regioni coinvolte. Mettiamo a disposizione la nostra conoscenza”.

I giovani saranno fondamentali, ma non va dimenticato un dato: un marchigiano su quattro ha più di 65 anni, tra pochi anni saranno il 33%.” I malati cronici sono il 39%: questa è un’altra sfida che dovranno affrontare le Marche. Welfare familiare e servizi territoriali sono fondamentale, più Adi e più strutture residenziali”.

Se non si faranno errori, Sabatini non ha dubbi: le Marche, che da sempre sono state parte della ‘terza Italia’, un modello che univa produttività e solidarietà, riprenderanno il loro posto. “Qualche decennio fa l’Italia venne divisa in tre macroregioni da uno studio del professor Bagnasco dell’Università di Firenze, tra un Nord dell’efficienza aziendalista e degli affari, che guardava alla Mitteleuropa e un Sud che viveva di terziario e del binomio turismo e assistenzialismo. In mezzo, c’eravamo noi. Regioni con la piccola e media impresa, i distretti e le filiere, a rappresentare un modello vincente di sistema produttivo, capace di coniugare competitività e coesione sociale, efficienza e solidarietà. Il Covid – sottolinea con enfasi il presidente uscente - ci ha insegnato che non possiamo correre ognuno da solo. Partiamo dal centro per ridurre le differenze tra nord e sud”.

Del resto, l’Italia di mezzo è l’emblema della qualità della vita, della cultura, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo alla Toscana, parliamo di 400miliardi di Pil, il 23,4%- 1,4 milioni di imprese, per più di 5 milioni di occupati che producono un quinto dell’export italiano.

“Le Pmi sono l’ossatura, distretti e filiere una risorsa, ma per competere con Milano-Bologna-Treviso occorre altro. Bisogni unirsi, migliore le infrastrutture, evitare la fuga dei talenti (il presidnete Istao Marcolini ha suggerito di assumerne 5mila nei prossimi tre anni, ndr) e il calo demografico. Insomma, lavoriamo tra regioni contigue, aumentiamo l’asse tra università e imprese, agevoliamo il trasferimento tecnologico. Uniti si vince e noi vinceremo. Forza le Marche, forza Cna” conclude incassando un dipinto, Sabatini è un appassionato d’arte, e il suo ultimo lungo applauso da presidente regionale.

@raffaelevitali

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