FERMO – Se non per la storia, almeno per le due persone che perderebbero il posto di lavoro. È difficile affrontare il caso ‘Istituto per la Storia e la Liberazione delle Marche’ che a due anni attende il contributo della regione Marche.
Ente che nel 1970 è stato fondamentale per la nascita dell’Istituto per la storia del movimento della liberazione regionale. “Un luogo che aveva e ha come finalità quello della ricerca, del documentare e divulgare, su base storica, le vicende della resistenza che ha segnato le Marche” spiegano Samuele Biondi e Catia Ciabattoni, presidenti della Fondazione Cesare Marcucci.
Hanno scritto ai vertici della regione per metterli al corrente di quello che sta accadendo da quando la Giunta Acquaroli si è insediata e ha deciso di stoppare i 60mila euro di contributo “a un luogo in cui hanno studiato negli anni migliaia di giovani e altrettanti ricercatori universitari, oltre che docenti. Questo grazie all’archivio fatto di 40mila volumi e duemila testate giornalistiche, oltre a migliaia di documenti inediti” aggiungono.
Un archivio che la stessa Sovrintendenza delle Marche ha definito ‘ di notevole rilevanza storica’. Ma questo non basta e così ora si rischiano due danni: la chiusura dell’Istituto di Storia contemporanea e la perdita di due posti di lavoro.
“Noi speriamo che il presidente Latini e il presidente Acquaroli, oltre che tutti i consiglieri, rivedano questa decisione e sblocchino fondi che da 50 anni garantiscono l’attività di ricerca altamente qualificata” concludono Biondi e Ciabattoni.
