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Casina delle Rose, la Lega chiede di fermare la vendita. "Valutiamo in Consiglio l'offerta della Fondazione Italiani"

13 Ottobre 2022

FERMO – “Il problema è che le cose in questa città non si sanno, le partite si giocano fuori dai luoghi deputati”. Casina Delle Rose, quante spine lungo il percorso di Paolo Calcinaro. Non più solo Demos, anche la Lega è sul piede di guerra politica. “Nell’ultimo consiglio comunale, il 29 settembre, abbiamo rispolverato il tema della Casina, visto che nel Dup ancora c’è la volontà di ristrutturarla e al contempo allinearla” spiega Lorenzo Giacobbi.

Il Comune di Fermo ha prologato il bando di alienazione, più volte. “L’ennesima gara scadeva il 15 settembre ed è andata deserta. La seconda scade il 17 ottobre alle 13. Nel frattempo sono cambiate dinamiche. E soprattutto nessuno sa cosa vuole farne il Comune nel caso in cui andasse di nuovo deserta l’asta. Calcinaro e i suoi ormai hanno scelto il silenzio, non rispondono su nulla”.

La novità è emersa dall’accesso agli atti. Una lettera da parte della Fondazione Italiani. “Si sono proposti di ristrutturare l’immobile a costo zero, facendolo diventare un luogo per iniziative della Fondazione, lasciando la proprietà al Comune. Ma al contempo il sindaco ha risposto che ‘se c’è interesse devono partecipare al bando’. Quindi non si vuole affrontare il tema proprietà” prosegue il capogruppo.

Giacobbi teme un nuovo caso ‘Area Santa Lucia’ e chiede che la questione entri in consiglio comunale. “È grave che si chiuda un percorso così impiotante che riguarda un bene della città senza conoscere tutti gli atti. Noi chiediamo la sospensione dell’asta, ci sono i tempi e i modi per farlo e parliamone in consiglio in modo da tenere la proprietà comunale”.

Aggiunge il consigliere Gianluca Tulli: “Qui con una festicciola si mette tutto in silenzio. Il Comune usa le crisi, come terremoto, Covid ed energia, per amministrare, approfittando dei fondi. Il punto è che poi ci sono cose che impongono delle scelte. Altrimenti si fa la fine della zona Santa Lucia, in cui si perdono pezzi di città”.

Molto duro il consigliere, l’unico vero che fa opposizione da anni: “Prima si vende, poi non si vende, poi si ristruttura, poi si vende la casa del custode e infine si alinea la Casina. Ma che modo è di guidare la città? Non è questione di soldi, quando ha venduto la Solgas poteva davvero fare qualcosa per la città invece ha scelto asfalti, marciapiedi e cosette varie”.

Quello che chiede la Lega è di convocare la Fondazione Italiani e parlarci in maniera ufficiale. “Noi vendiamo a 1834 euro al metro quadro la Casina. Possibile? A Capodarco per un locale commerciale il Comune ha pagato di più. insomma, almeno coerenza nelle scelte” ribadisce Tulli.

Luciano Romanella porta la questione ancora più in profondo: “Siamo un territorio sempre più debole. Qui non c’è linea politica. Non ci sono gruppi politici definiti di destra e quindi il Comune è debole. Restiamo noi, che siamo compatti. Siamo l’unica città d’Italia in cui all’opposizione ci sono Pd, 5 Stelle, Lega e Sinistra. A Fermo decide solo uno, il sindaco, gli altri non hanno una identità e quindi paghiamo fuori dalle mura cittadine. È ora che la politica riprenda in mano il territorio, prima che questo civismo lo porti allo sfascio”.

Il punto però è uno: “Non sappiamo chi sia la Fondazione, chiediamo di valutarla” ribadiscono i leghisti. “Loro avanzano una proposta che permette al Comune di restare proprietario a fronte di un uso imprecisato del bene. Verifichiamo” precisa Tulli che teme “visto che chi si è avvicinato del settore alberghiero ha sempre parlato di operazione non sostenibile economicamente, che magari poi si possa cambiare qualcosa, magari la destinazione”.

Ma il tempo corre e “molto se ne è sprecato” come spiega alla fine Giacobbi: lettera della Fondazione arrivata in Comune il 19 settembre, il 29 settembre consiglio comunale, il 4 ottobre risposta del sindaco. “Poteva Calcinaro almeno fare qualcosa e coinvolgere i consiglieri, quantomeno per analizzare le carte e valutare una opzione, vera o no, che lascerebbe la Casina pubblica, ma riqualificata”.

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