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Addio ad Antonio Merloni, l'imprenditore da 5mila dipendenti

14 Dicembre 2020

FABRIANO – UN altro pezzo della storia economica delle Marche se ne va. È morto nella sua casa di Fabriano Antonio Merloni a pochi giorni dal 94esimo compleanno.

Se ne va, lascia la figlia Giovanna e raggiunge la moglie, scomparsa un anno fa. Sindaco di Fabriano dal 1980 al 1995, era figlio di Aristide, senatore e capostipite della dinastia che ha legato il suo nome agli elettrodomestici, e fratello di Francesco, imprenditore e politico, e Vittorio, ex presidente di Confindustria, morto nel 2016. Poco più di un mese fa se ne era andato Andrea.

Una famiglia di imprenditori, capaci di muoversi su più rami dopo l’uscita di scena dei fondatori. Francesco con Merloni Termosanitari, ora Ariston Thermo, Vittorio con Merloni Elettrodomestici diventata poi Indesit e ora Whirlpool, Antonio inizialmente con Ardo, producendo bombole per Gpl e diventando leader mondiale del settore nel 1976.

Nel 1989 nasce la Antonio Merloni srl, poi Antonio Merloni spa: frigoriferi, congelatori, lavastoviglie, lavatrici e asciugatrici, per conto terzi e con il marchio Ardo, diventando il primo contoterzista d'Europa negli anni '90. Nel 1995 acquisisce la Tecnogas spa di Reggio Emilia, nel 2000 la svedese Asko. Il gruppo arriva a circa 5.000 dipendenti sparsi in 10 impianti produttivi: 7 in Italia fra Marche, Umbria ed Emilia Romagna; 3 all'estero in Finlandia, Svezia e Ucraina; 19 filiali in Europa e 2 negli Usa e Australia. Ma dal record di fatturato del 2007 con 847 milioni di euro, si passa nel giro di 12 mesi alla crisi conclamata.

Nel 2008 il gruppo viene messo in amministrazione straordinaria in base alla legge Marzano e commissariato: il contoterzista più grande d'Europa è insolvente, avendo accumulato debiti per circa 543,3 milioni di euro. Nel 2010 comincia la vendita 'a spezzatino’: i marchigiani fratelli Ghergo acquisiscono il ramo bombole e serbatoi, lo stabilimento in Ucraina finisce a Electrolux; la Asko alla slovena Gorenje; la Tecnogas agli iraniani della Mmd. Sempre nel 2010 viene sottoscritto l'Accordo di Programma per le aree colpite dalla crisi della Antonio Merloni: 35 milioni di euro tra Marche e Umbria.

Nel 2011 il comparto del bianco della Antonio Merloni viene acquisito per 10 milioni di euro da un imprenditore di un paese vicino, Cerreto d'Esi, Giovanni Porcarelli e la sua JP Industries, con l'assunzione di 700 operai. Ma da lì comincia un contenzioso con le banche creditrici che ritengono il prezzo della cessione troppo esiguo.

La Cassazione infine dà ragione a Porcarelli. Il resto è storia di questi giorni: la JP Industries, diventata Indelfab, è stata dichiarata fallita nelle scorse settimane. Pochi giorni fa l'ultimo incontro al Mise per cercare di salvare 566 posti di lavoro tra Marche e Umbria. Ma Antonio Merloni era già uscito di scena da anni, anche per problemi di salute. 

“Se ne va, con Antonio Merloni, uno dei principali protagonisti di quella straordinaria stagione industriale che fece delle Marche un 'modellò per l'Italia. Altri tempi, altri uomini, altra Italia. Profondo rammarico per la scomparsa di un uomo che seppe conciliare spirito imprenditoriale e passione civile, mettendosi generosamente al servizio della sua Fabriano. Le più sentite condoglianze alla famiglia” sottolinea il senatore di Forza Italia Andrea Cangini. (foto ilmessaggero.it) 

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