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Addio ad Andrea Merloni, l'imprenditore che disse NO alla Whirlpool. Casoli: "Purtroppo i soldi non danno la felicità"

10 Novembre 2020

FABRIANO – “Conoscendolo capivi che era molto meglio di quello che sembrasse. La sua parabola di vita è tragicamente la dimostrazione che il detto che i soldi non fanno la felicità, è vero”. Francesco Casoli, uno dei principali imprenditori delle Marche, ricorda così Andrea Merloni, stroncato da un infarto a 53 anni.

Una fine in solitudine, con il corpo trovato un girono dopo il decesso, per uno dei quattro figli di Vittorio Merloni e nipote di Aristide, il fondatore delle Industrie Merloni: fu proprio suo padre, ex presidente di Confindustria, che nel 2010 gli lasciò la guida di quello che era diventato un grande gruppo industriale nel settore degli elettrodomestici, la Indesit Company.

Una lunga carriera dentro l’azienda di famiglia, 16 anni, che lo avevano reso il vero erede di Vittorio, visionario e capace imprenditore. Durò tre anni la sua presidenza, quando nel 22013 decide di lasciare la guida all’allora Ad Marco Milani. Uscì di scena poco prima che l’azienda venisse ceduta agli americani della Whirlpool, un’operazione alla quale si era opposto con tutte le sue forze fino a quando capì che nulla poteva contro la volontà del fratello Aristide e delle sorelle Maria Paola e Antonella.

Tanta la delusione, che Andrea Merloni abbandonò anche Fineldo, la cassaforte della famiglia, dove solo 7 mesi prima era stato nominato presidente. Prima di prendere la guida dell’Indesit, il giovane imprenditore appassionato di motori aveva vinto la sua prima scommessa: far crescere la Benelli Moto. Dallo stabilimento di Pesaro uscirono nuovi modelli e il marchio tornò anche in pista, nel mondiale superbike con una tre cilindri 900 cc., la Tornado. Nel 2015, però, di fronte a una nuova crisi, scelse di cederla ai cinesi di Qianjiang, invece che chiuderla.

Appassionato come il padre, ha guidato l’Istao, da cui si dimise nel 2015, poco dopo la cessione della Benelli. Era la sua fuga dalle Marche, la regione a cui chiese però un ultimo dono: un grande Yacht dove avrebbe voluto passare il resto della sua vita in modo ‘Audace’ come il nome che diede alla barca.

La sua scomparsa ha scosso politica ed economia regionale. "L'improvvisa scomparsa di Andrea è un duro colpo per tutti noi, una perdita davvero tragica. Anche se da tempo si era allontanato dal sistema confindustriale voglio ricordarlo al mio fianco come vicepresidente” commenta Claudio Schiavoni, numero uno regionale. “Andrea era una persona buona, un super buono” ribadisce Casoli. "Brillante e con grande senso dell'ironia" le parole pubblicate sul sito della Fondazione Merloni.

“Un dolorosissimo lutto per la nostra comunità regionale e un'irreparabile perdita per il mondo economico marchigiano” riprende Maurizio Mangialardi, capogruppo Pd in regione. e da palazzo Raffaello anche le parole del governatore Francesco Acquaroli: “Profondamente colpito per la prematura e improvvisa scomparsa dell'imprenditore, esprimo a nome della Giunta Regionale, della comunità marchigiana e mio personale, il più sentito cordoglio e la sincera partecipazione al grande dolore che ha colpito i suoi cari e la comunità fabrianese” (foto Ansa).

r.vit.

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