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Impianto biodigestore, venti sindaci scrivono a Provincia e Regione: "Il procedimento va annullato". Castelli: "Spetta all'ente piceno"

16 Febbraio 2021

FORCE – Sempre più compatti. Venti comuni hanno sottoscritto la richiesta di annullamento del procedimento autorizzativo dell’impianto biodigestore di Force. Una richiesta inviata alla Provincia di Ascoli Piceno, alla Regione Marche e alla Provincia di Fermo.

Venti sindaci della Valdaso, entrambe le sponde, da Comunanza a Pedaso, ma non c’è il primo cittadino di Force, che qualche giorno fa si era detto a sua volta contrario. “Se vorrà partecipare in caso dovessimo arrivare alla diffida e al ricorso al Tar, saremo felici di aggiungere il suo nome e la sua firma in calce” aggiungono i combattivi sindaci.

Nel merito, il documento partito ufficialmente dal comune di Ortezzano guidato da Giusy Scendoni, è semplice. “Manifestiamo con questo documento la nostra totale contrarietà all’insediamento nella nostra valle, poiché riteniamo che vada ad impattare in maniera significativa sulla natura del territorio a vocazione agricola e turistica. Settori che hanno visto importanti investimenti pubblici e privati”.

Non solo. “riteniamo che per la tipologia e grandezza dell’impianto, sia del tutto inopportuna la collocazione in un sito a bassa densità demografica e quindi con bassa produzione di rifiuto, lontano da arterie principali e infrastrutture viarie. Le strade della valle sono inidonee a elevati flussi di mezzi come quelli che ne conseguirebbero”.

Per questo motivo, la richiesta può essere solo una: “Invitiamo gli organi competenti a intervenire, riservandoci fin d’ora l’assunzione di ogni iniziativa ritenuta opportuna per la tutela. Restiamo in attesa di ricevere urgente riscontro” concludono i sindaci. A chi spetta agire? I sindaci per non sbagliare hanno scritto a tutti, sapendo che l’unico ente senza potere è quello fermano.

Stando all’assessore regionale Guido Castelli non ci sono dubbi: “Sotto il profilo strettamente politico, la maggioranza di centrodestra ha predisposto una mozione contraria alla localizzazione dell’impianto nella Val d’Aso. Ma la legge è chiara nello stabilire che l’Ente che governa l’intera questione è la provincia di Ascoli Piceno, sotto cui ricade interamente la competenza territoriale”.

Il parere reso dalla regione ai sensi del D.lgs. 387/2003 riguarda solo un aspetto marginale “e deriva unicamente dal fatto che l’impianto - ove autorizzato - sarebbe alimentato da fonte rinnovabile”. Per cui, checché ne dica il presidente Sergio Fabiani, sta alla Provincia intervenire. “Può sospendere e/o revocare la procedura” ribadisce Castelli.

Ma Fabiani non arretra: “C’è una specifica competenza e possibilità di intervento dell’ente regionale. Per quanto ci riguarda, se fosse stato necessario coinvolgere tecnicamente - giustamente dal punto di vista politico - anche comuni del Fermano, allora è del tutto evidente che il procedimento non sarebbe stato in capo a questo ente, ma sarebbe stato di competenza regionale”.

r.vit.

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