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Il bilancio di Scarfini tra Bargoni, "meraviglia", Vallasciani, "improvvisazione", Giacobbi e Calcinaro

29 Aprile 2024

FERMO – I numeri vanno letti bene. L’assessore al Bilancio, Alberto Scarfini, parte dal risultato di esercizio che è di 17milioni e 761mila euro. "La parte accantonata cresce, oltre 7 milioni, altrettanti sono vincolati e poi c’è la parte investimenti da 2,3 milioni, superiore al 2022 di un milione di euro".

Rivendica la riduzione del ritardo dei pagamenti, “grazie al lavoro dell’ufficio tributi e per tuti dico grazie alla dirigente Paoloni”. Nonostante ciò è confermato il fondo crediti di dubbia esigibilità a 5.6 milioni di euro. “Tante cifre, dietro ognuna c’è un grande lavoro con scelte politiche chiare. Dall’ascensore al duomo ai lavori Marina Palmense fino alle palestre per le scuole, un anno importante che ha puntato anche al rendere fruibili per i giovani spazi inutilizzati, come l’ex Gazzoli”. Rivendica l’asse sport-cultura e la crescita del turismo, “frutto di un lavoro di squadra della Giunta”.

“Il conto consuntivo dell’esercizio 2023 del Comune di Fermo si connota per una gestione spesso troppo frenetica che implementa in maniera significativa la spesa mediante il ricorso a ben 66 variazioni di bilancio nel corso dell’anno trascorso. La spesa complessiva passa dai 52,8 milioni della previsione a quasi 63 milioni di euro con un incremento complessivo di oltre 10 milioni di euro” commenta subito Sandro Vallasciani, l’uomo del Pd che quando si parla di Bilancio è il primo interlocutore della maggioranza.

“Quello di Scarfini è un quadro rilassante, ma in realtà nel rendiconto emerge che la spesa per l’assunzione di mutui, dato di per sé confortante, prevista inizialmente attorno ai 4,6 milioni di euro si è ridotta per fortuna a soli 1,55 milioni. Ma crescerà nel 2024 e nel 2025 per i tre milioni di euro necessari per il biodigestore. Tra l’altro nel 2023 il comune ha beneficiato di circa 900.000 di liquidità derivanti dalla rinegoziazione dei mutui, ma questa verrà meno nel 2025” prosegue Vallasciani.

Tra i due c’è condivisione nell’analisi del calo dei proventi dall’edilizia frutto del venir meno del Superbonus. “Ormai per Fermo il bilancio di previsione fatto a dicembre è un puro esercizio di stile che poi viene stravolto. Per cui attenzione assessore, capisco spendere quello che entra in modo straordinario, ma evitiamo di generare false aspettative nella cittadinanza” conclude Vallasciani.

Critiche che vengono cancellate da Bargoni: “E’ un bilancio perfetto, Scarfini è ormai è il deus ex machina cdi questa amministrazione. Bastano i numeri, lo dico all’opposizione, l’avanzo non è buono o cattivo ma in questo caso indica una attenta e oculata amministrazione”.

Bargoni poi pone una questione ‘macro’ che lascia al Consiglio come tema di riflessione: “Fermo si sta impoverendo, come reddito siamo diventati la terza città della provincia e si è allargata la distanza da Porto San Giorgio, loro 22mila euro di media, noi 19mila. E questo nonostante le buone politiche di questa amministrazione, ma si vede che serve altro soprattutto per far lavorare qui i migliori giovani”.

Altri spunti, quando si è votata la variazione di bilancio da 700mila euro, arrivano da Lorenzo Giacobi, Lega, che pone una serie di domande che sottolineano un po’ di improvvisazione nelle scelte, come ribadisce anche Vallasciani, o che no fanno capire “come si sarebbero coperte determinate e certe spese senza le entrate impreviste. Dalla promozione turistica - forte dei 60mila euro in più della tassa di soggiorno - agli asfalti, dalle scuole ai 50mila euro peer la Cavalcata”.

A questi spunti risponde il sindaco Paolo Calcinaro: “Il bilancio segue una filosofia condivisa con la dirigente Paoloni. Il preventivo viene fatto come un preventivo vero entro il 31 dicembre, con principi cautelativi della Ragioneria. Poi si interviene. E lo facciamo a ragion veduta. Come nella programmazione estiva per cui, nelle prossime tre estati, potremo usare anche 350mila euro dell’Iti Urbano. Quelo che è necessario lo stanziamo” ribadisce prima del voto che ha l’unanimità della maggioranza, l’astensione di Tulli e  il voto contrario degli altri consiglieri.

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