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Alibi e resilienza: abuso di parole

22 Giugno 2020

Se c’è una cosa che non manca, nell’era post Covid, sono i risolutori. I novelli mister Wolff che presentano soluzioni ai tanti problemi emersi.

Ce ne sono di diverse categorie e accompagneranno la ripresa, sperando che ripresa sia. Il primo riguarda l’economia, il vero dramma autunnale. A turno arrivano soluzioni: filiere complete, reshoring, aggregazioni. Peccato che nessuno dei soloni abbia detto come un’impresa poi potrà sopravvivere senza una vera riduzione del costo del lavoro, che nessuno è in grado di garantire, e un sostegno alla base della catena, leggi alla voce negozianti.

Il secondo punto è legato alla sanità, con messaggi al limite dello psicotico. A inizio emergenza la medicina territoriale era quella inefficiente, a fine Covid è la migliore possibile. E questo è forse il modo per mettere la testa sotto la sabbia e sperare di non dover affrontare la questione che significa più medici di base e più servizi nei mini nosocomi e soprattutto più rapidità nei cantieri. Ma tutto questo non può significare ritorno al passato.

Il terzo punto è quello delle infrastrutture. Dopo mesi di silenzio, di auto parcheggiate e di aria pulita, siamo di nuovo qui a parlare di code, di rallentamenti, di danno economico. Tutto sembra normale, nessuno si scompone sul fatto che Società Autostrade finirà se va bene a fine estate i lavori sul tratto dell’A14 e nessuno si scompone se della terza corsia nel sud delle Marche nessun membro di Governo parli. Ma tra pochi giorni, con la campagna elettorale per le regionali, tutto sarà risolto. Avremo strade e alta velocità praticamente dietro l’angolo. Ma sarà l’angolo del seggio elettorale.

Nell’era dei soloni fa male sentir parlare di alibi di fronte a problemi strutturali reali. Che la fibra sia ancora una leggenda in molti posti, che le antenne per i cellulari non coprano buona parte delle valli fermane, ma cresce l’odio preventivo per il 5G, che le banche non eroghino la liquidità promessa, che le infrastrutture siano prerogativa di nord Italia e Tirreno, che manchino progetti credibili e fattibili di rilancio, tutto questo è pura verità.

Per cui, i soloni la parola alibi la girino al Governo, a chi comanda, perché chi sta sul territorio è stanco e deluso, ma non rassegnato. Non è nella natura degli imprenditori, che ancora una volta resistono. O come dicono gli aulici, si affidano alla resilienza. Che come alibi sta diventando la parola sotto cui nascondere l’inazione dei piani alti, Il post sisma insegna.

Raffaele Vitali, direttore www.laprovinciadifermo.com - presidente Cronisti Marche

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