FERMO - Era stato avvicinato sul ponte sul Tenna, che collega Lido Tre
Archi e Porto Sant’Elpidio, con la scusa di vendergli un cellulare e,
quando aveva detto di no, era stato malmenato e derubato. I poliziotti
della Squadra Mobile di Fermo hanno aggiunto un altro tassello al
puzzle di rapine compiute fino all'8 febbraio dal trentenne rumeno,
ora rimpatriato, e dai suoi complici. La mattina del 6 febbraio, una
volante della Polizia era intervenuta a Porto Sant’Elpidio dopo che un
cinquantenne del posto era stato ritrovato in forte stato di choc e
con numerose lesioni alla testa e al volto. L’uomo non ricordava cosa
gli fosse successo, ma solo di essere tornato a casa in qualche modo e
che, poco prima, era stato avvicinato da una persona sul ponte del
Tenna e di essere poi scappato senza il portafoglio coi trecento euro
che c'erano dentro, che gli era stato rubato durante il pestaggio.
Portato in ospedale, gli erano state diagnosticate tumefazioni e
fratture al volto, alcune ferite lacero contuse, la lussazione di
alcuni denti e segni di percosse su altre parti del corpo. L'uomo era
stato operato per ridurre le lesioni alla mandibola. I poliziotti
hanno usato i pochi elementi a disposizione per risalire agli autori
della rapina: il trentenne rumeno e un coetaneo nordafricano. Col
passare dei giorni, la vittima ha cominciato a ricordare. Gli è
tornato alla memoria di essere stato avvicinato da un uomo che gli
aveva proposto di comprare un telefono cellulare, mentre un'altra
persona, a distanza di qualche metro, osservava la situazione. Dopo
aver rifiutato l’offerta, la vittima si era allontanata, ma era stata
raggiunta alle spalle e colpita al volto, perdendo i sensi. Era stata,
poi, derubata del portafoglio e lasciata a terra. Due giorni dopo, il
trentenne rumeno che in quei giorni stava terrorizzando la zona è
stato fermato dai poliziotti della Squadra mobile e accompagnato in un
centro di permanenza per il rimpatrio, da cui è stato rimandato nel
suo Paese d'origine.
