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Non tutte le file sono uguali

8 Gennaio 2022

*Raffaele Vitali

Abbiamo passato mesi a scrivere e osservare persone in coda ai supermercati, alle botteghe dietro casa, alle poste. Lunghe file frutto di un sistema che non era più in grado di rispondere alle richieste di un Paese schiacciato dalla pandemia.

Sono poi arrivati i vaccini. All’inizio le code erano dovute alla disorganizzazione, o meglio alla non conoscenza del mezzo. Pian piano si è capito il tempo necessario tra l’accogliere una persona, parlarci per spiegargli che stava accadendo, fare la puntura e farla uscire per poi restare in osservazione. Calcolato il tempo, le file sono diminuite.

Poi è arrivata la marea di vaccini e il sistema di prenotazione, che a volte si inceppava, finendo per dare lo stesso orario a più persone e così l’appuntamento slittava di un’ora. Ma alla fine, si usciva con il certificato e un sospiro di sollievo.

Ora, per cercare di ‘salvare’ più persone possibili, riducendo la circolazione di un virus infingardo come il Covid, rianimato dalle varianti ogni volta che sembra indebolito, sono nati gli open day. Ed ecco le file incredibili (16683 vaccinati in un giorno negli open day marchigiani), inimmaginabili per il mondo occidentale, opulento e ormai schiavo delle App anche per ordinare un caffè al Mc.

Un disservizio? No, una enorme richiesta di sicurezza da parte delle persone. E così andrebbero raccontate le file di chi vuole vaccinarsi. Servirebbero intere trasmissioni televisive, lunghe ore di riprese per dimostrare l’Italia che vuole vivere. Tutte quelle ore che i talk show invece dedicano ai no vax che scendono in strada e ai loro intellettuali ed esperti.

Il rischio, se anche la comunicazione non sarà corretta, è che l’infinita fila venga presentata come incapacità e questo potrebbe spingere, la prossima settimana, altre migliaia di cittadini a ripensarci. Non c’è fila insopportabile quando il fine è il bene comune, che passa per quello personale.

Raccontiamo e plaudiamo, senza ragionare sul ‘poteva pensarci prima’, chi ha sfidato il freddo dalle prime luci dell’alba (1800 dosi a Fermo) e non puntiamo solo sulle ore di attesa. Perché uomini e donne sono quelli fuori, uomini e donne quelli dentro.

E volenti o nolenti, ogni persona ha dei limiti, perché le mani sono solo due. Ma con l’impegno diventano almeno tre, come le dosi che non cancellano il Covid, ma evitano di finire in ospedale, lasciando ai reparti la possibilità di dare risposte ai tanti malati in attesa di un futuro più sereno.

*direttore www.laprovinciadifermo.com

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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