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Meno mance e più progetti

22 Luglio 2022

*La giunta Acquaroli era partita bene. Ma qualcosa non sta funzionando. L’attenzione al territorio e all’ascolto delle varie componenti della regione aveva permesso al presidente e ai suoi assessori di iniziare a pianificare azioni reali, dirette e mirate.

Poi, come sempre accade, qualcosa è andato storto. In parte una motivazione può venire dal fatto che le risorse del nuovo settennato europeo sono in ritardo. Doveva essere 2021-2027, siamo a metà 2022 e ancora non sono state sbloccate. Questo, la giustificazione di Ancona, non ha permesso l’avvio delle reali progettualità.

 E così, è tornata di moda quella politica delle mance, camuffate nel miglior modo. Ogni giorno, o quasi, arriva una nota della Regione che annuncia bandi, finanziamenti, iniziative che includono tra i 100 e i 500mila euro. Mance, appunto, perché una programmazione di sviluppo non si fa di certo con pochi euro, una volta che vengono divisi.

Di questo cominciano a lamentarsi le associazioni di categoria, anche se l’asse Regione – Camera di commercio ha un po’ annacquato le critiche. Che torneranno però forti e dirette a settembre, tra l’altro in piena campagna elettorale, quando, è il timore dei più, le mance aumenteranno. La speranza è che Acquaroli torni sui suoi passi inziali, che avevano convinto tanti, incluso chi non lo aveva votato, per il suo approccio pragmatico e programmatico. Che emerge, di nuovo, nella questione A14 con il presidente deciso a chiudere la partita dopo l’estate, cono senza il placet della base.

Per riuscirci deve controllare i suoi assessori, soprattutto quelli più inclini a ‘vendere’ il poco per tanto, aumentando così le aspettative che alla lunga creano delusioni. Quando invece questa regione ha tutto per governare bene anche in tempi di crisi, solo che le strategie, soprattutto economiche, vanno concertate con chi poi il lavoro lo dà davvero.

Per fortuna Cna è da tempo un interlocutore, ma Confindustria è il perno chiave per una visione più ampia. È debole in Ancona l’aquilotto, sta riprendendo voce al sud, deve decidere cosa vuole fare Pesaro. Senza una presidenza forte dentro Confindustria Marche, anche capace di rompere gli schemi ingessati interni, sarà difficile incidere e si finirà per lamentarsi di scelte altrui dimenticando la debolezza propria.

Insomma, non sempre è colpa della politica. Altrimenti sarebbe troppo facile.

*direttore www.laprovinciadifermo.com

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