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Mariani: "Sei mosse per rilanciare l'economia in tempo di crisi"

11 Marzo 2020

* Questi ultimi sono stati giorni complessi e di intenso confronto e collaborazione con il governo per la gestione e il superamento dell’emergenza sanitaria e della conseguente emergenza economica. I provvedimenti assunti prevedono rigorose misure restrittive in particolare con riferimento a una area estesa del paese, un’area densamente popolata e soprattutto ad alta intensità industriale.

Con la scelta di derogare alle restrizioni per “comprovate esigenze lavorative” il Governo riconosce l’importanza per l’intero Paese della continuità di tutte le attività economiche, produttive e lavorative e testimonia la sensibilità verso il sistema economico e la consapevolezza della sua centralità per garantire la funzionalità del paese, delle famiglie e delle imprese.

“Le disposizioni non limitano gli spostamenti verso e di ritorno dal posto di lavoro, fatti salvo i presupposti del divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora, applicabile ai soggetti sottoposti a quarantena o risultati positivi al virus. Si evidenzia che gli spostamenti (in riferimento ai comprovati motivi di lavoro) sono consentiti anche da e verso l’esterno delle aree territoriali interessate. Inoltre le nuove limitazioni non determinano il blocco delle merci, in entrata e in uscita dai territori interessati e circolanti all’interno degli stessi. Pertanto, il personale addetto alla conduzione dei mezzi di trasporto potrà fare ingresso dalle aree richiamate e uscire da esse, per svolgere le operazioni di consegna o prelievo delle merci stesse.

Suggeriamo comunque di adottare le seguenti misure di prevenzione e cautela nei confronti dei trasportatori, ovvero di limitare la discesa dai mezzi degli autisti e munirli di dispositivi medici a protezione di mani, naso e bocca, qualora il carico/scarico richieda la discesa dal mezzo rispettare, in aggiunta, la misura di sicurezza della distanza di un metro tra le persone e possibilmente di trasmettere in via digitale in anticipo al destinatario la documentazione di trasporto.

Ovviamente ci troviamo davanti a scenari del tutto nuovi dove occorrerà avviare una riflessione più profonda anche sul futuro della nostra economia. Per questo nelle attività di confronto con il Governo Confindustria ha proposto un piano massivo e straordinario che si snoda su sei grandi assi e che prevede:

  1. il rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, come primo motore della crescita economica da attuarsi attraverso un piano triennale che parta dall’avvio di tutti i cantieri e punti a realizzare tutte le opere programmate, anche attraverso l’introduzione di apposite misure di carattere organizzativo, tra cui la nomina di commissari straordinari e la costituzione di task force multidisciplinari di esperti, che supportino “in loco” le amministrazioni nell’accelerazione delle procedure;
  2. il raccordo di questo piano triennale all'interno di un piano pluriennale di valenza europea che garantisca anche con strumenti finanziari il sostegno delle infrastrutture in opera e che potrebbero esse stesse esserne (come nel caso di Eurobond) garanzia reale;
  3. misure volte a garantire liquidità alle imprese, come il potenziamento delle attività del Fondo di garanzia per le PMI, una procedura speciale che consenta alle imprese di dilazionare, in un maggior lasso temporale (10 anni) rispetto a quello vigente, il pagamento dei debiti tributari, prima dell’avvio di azioni accertative o esecutive, senza applicazione di sanzioni o ancora nuove linee di credito garantite da immobili aziendali e con il sostegno del succitato Fondo di garanzia;
  4. l’avvio di un nuovo e vasto programma di semplificazioni, per liberare, attrarre e fidelizzare investimenti tra cui, immaginiamo, un pacchetto di semplificazioni per liberare il potenziale di investimento necessario alla transizione energetica, alla decarbonizzazione e all’economia circolare;
  5. Il disegno di incentivi all’occupazione giovanile che rafforzino, rispetto a quelli attualmente previsti, la probabilità per i giovani di “imparare lavorando” e in tal senso uno sgravio totale dei contributi per cinque anni, a condizione che l’impresa medesima partecipi al sostegno economico della Fondazione ITS o concorra alle spese per la dotazione laboratoriale degli ITIS;

infine, ma non da ultimo, un piano di azioni volte ad attrarre, stimolare e rilanciare gli investimenti privati, italiani ed esteri (InvestItalia), che includa misure di carattere fiscale, societario e finanziario. L’idea è, anzitutto, di dare continuità e sistematicità all’impianto agevolativo vigente, attraverso un accurato potenziamento degli incentivi fiscali.

*Simone Mariani, presidente di Confindustria centro Adriatico

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