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Livini, lettera al territorio: Il sistema sanitario sta dando tutto

7 Aprile 2020

*L’epidemia covid19, per quanto ipotizzata possibile all’inizio del 2020, quando è arrivata, violenta come un’immensa valanga, ha travolto tutti quelli, per primi i Servizi Sanitari, che hanno provato a resistere. Ma la resistenza non è stata inutile: dopo il primo momento di inevitabile disorientamento, fondandosi sui tre pilastri della sanità pubblica, Ospedale, Territorio e Prevenzione, che hanno immediatamente serrato le fila e sono scesi in trincea, ha permesso di non retrocedere troppo e riorganizzarsi.

L’Ospedale, protagonista con la sua incessante e massacrante azione di accoglimento e cura dei pazienti più gravi, il Territorio, con la gestione domiciliare determinante e preziosa da parte dei Medici di famiglia, la Prevenzione con la messa a regime del sistema di monitoraggio su positivi, contatti, sospetti e sorvegliati.

Il blocco unico, per quanto messo davanti ad una prova impensabile e mai accaduta negli ultimi 50 anni, almeno finora ha retto: certo dobbiamo contare anche i nostri morti, ma la risposta è stata capillare, intensa, operativa, efficace. Mi sono già espresso più volte nei confronti dei medici ospedalieri, ai quali va tutta la nostra riconoscenza oltre che la stima professionale, ma in questa sede voglio particolarmente ringraziare il territorio, le Direzioni e gli Operatori ed abbracciare simbolicamente tutti i Medici di famiglia, i Pediatri dei nostri piccoli, i Medici della continuità assistenziale, e tutto il personale non medico, infermieri in testa, sia quelli posizionati, che quelli itineranti dell’assistenza domiciliare integrata: tutti insieme hanno permesso e stanno permettendo, con la loro opera di indirizzo, gestione e presa in carico, che gli argini tenessero che il sistema non si disintegrasse,  contenendo il contagio e permettendo la gestione adeguata degli ammalati.

A chi non ha valutato come adeguata la risposta, posso solamente dire che ce l’abbiamo messa tutta, utilizzando risorse, anche impossibili da prevedere, per fare il meglio, ma soprattutto che ora stiamo passando all’attacco: ora occorre vincere e per farlo siamo scesi  in campo confermando e rafforzando quello che grazie all’impegno ed alla disponibilità collaborativa dei Medici di famiglia del nostro territorio, unici e per primi per tutta le Marche e per gran parte delle regioni italiane, eravamo riusciti ad attuare fin dal 12 marzo le equipe domiciliari dedicate al covid: dal 1 aprile abbiamo ufficializzato l’impegno di due Unità speciali di continuità assistenziale 7GG/7 dalle 8 alle 20 , che collaborano con i MMG per le visite ed i controlli domiciliari ai covid positivi o ai sospetti e che possono effettuare prescrizioni  di farmaci, esami ed anche tamponi.

Abbiamo messo in campo da tre settimane, tre equipe infermieristiche che hanno tamponano e tamponano a domicilio, nelle strutture residenziali o tramite il test in auto; abbiamo l’ADI che sta prendendosi cura dei pazienti dimessi dall’ospedale e non solo, ma soprattutto abbiamo i Medici di famiglia che hanno costantemente garantito i contatti con il loro pazienti, che sono rimasti in prima linea, mai tirandosi indietro, per garantire un corretto percorso per gestire la malattia ed avviarsi alla guarigione. Tutti insieme nella consapevolezza che è ancora troppo presto per abbassare la guardia, che le regole devono ancora essere rigorosamente rispettate, ma che la strada e le donne e gli uomini della sanità in prima linea sono quelli giusti per superare questo difficilissimo momento.

*Licio Livini, direttore Area Vasta 4

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