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Le Marche puntano sulla formazione: 5 milioni per le borse di studio. I rettori: "Una risposta alle esigenze reali"

7 Agosto 2021

FERMO – Le Marche vogliono aprire le porte delle università a più studenti possibile e abbattere ogni vincolo economico allo studio. Si spiega così la scelta della regione Marche di investire altri 2milioni di euro, che diventano in totale 5, per finanziare le borse di studio per università e conservatori.

Cambia la soglia Isee, che passa da 21 a 23mila euro, e quella Ispe da 38 a 50 mila. Il programma annuale per il Diritto allo Studio è stato presentato dall'assessore regionale Giorgia Latini. Sono intervenuti l'assessore al Bilancio, Guido Castelli e Maura Magrini, presidente Erdis Marche. soddisfatti i rettori delle università marchigiane (Francesco Adornato per Unicam, Giorgio Calcagnini per Uniurb, Gian Luca Gregori per Univpm, Graziano Leoni pro-rettore Unicam.

“Vogliamo investire sul merito e sul futuro dei giovani. Una scelta che - ha spiegato Latini - ci pone finalmente tra le regioni virtuose per il raggiungimento del pieno esercizio del diritto allo studio. Per Isee eravamo ultimi in Italia e ora ci affianchiamo alle Regioni più virtuose per poter allargare considerevolmente la platea degli studenti beneficiari di borsa di studio”.

La Regione investe quindi nella formazione: “Se vogliamo guidare il rilancio è fondamentale. Una scelta culturale e politica molto qualificante perché la ripresa passa anche da questo: lubrificare gli ingranaggi dell'ascensore sociale, in modo da favorire, abbattendo le condizioni che ostacolano la risalita, i giovani meritevoli perché partano tutti dagli stessi nastri di partenza”.

I bandi di Erdis si adegueranno alle disposizioni straordinarie e conseguenti modifiche che potranno intervenire nella normativa nazionale e regionale, stabilite per contrastare gli effetti derivanti dall'emergenza epidemiologica. La scelta della Regione di ampliare la platea dei beneficiari delle borse di studio è considerata “lungimirante” dalla presidente Erdis, Magrini perché “porterà non solo vantaggi alle famiglie e agli studenti, ma al territorio in generale, perché se avremo più studenti, quindi la regione sarà più appetibile dal punto di vista formativo e della didattica con un'offerta eccellente, avremo anche condizioni più favorevoli per tutto il tessuto sia economico che sociale del territorio”.

I rettori incassano. “Favorire con misure specifiche i nostri studenti e le nostre studentesse è una iniziativa che va nella giusta direzione - ha detto il rettore della Politecnica delle Marche, Gianluca Gregori -. La pandemia ha incrementato le disuguaglianze e questa misura è una risposta concreta alle esigenze reali e un esempio di ottima integrazione tra istituzioni diverse. Va nella stessa direzione il «Fondo Carlo Urbani» che abbiamo istituito per sostenere gli studenti con situazioni di disagio personale ed economico”.

Per Adornato (Unicam) è “una scelta assolutamente da condividere, le università sono un volano economico ma anche culturale, civile, legato alle relazioni sociali e alla rivitalizzazione delle città”. “È la soluzione migliore per tornare a fare ricerca e didattica. - ha osservato Calcagnini (Uniurb) - Crediamo nella formazione come strumento per dare prospettive ai nostri giovani in un mondo economico e sociale in continuo cambiamento e avere i mezzi per essere capaci di interpretare i cambiamenti e trovare le risposte più adeguate”.

Leoni (pro rettore Unicam) conclude: “Potrà servire anche a ridurre la tendenza allo spopolamento delle aree interne su cui gravitano alcune università, una sorta di compensazione alla perdita di residenti”.

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