FERMO – “Il servizio di elisoccorso nella Regione Marche, di competenza dell’azienda “Ospedali Riuniti” di Ancona-Torrette, dal novembre 2019, a seguito di gara d’appalto, è stato concesso in affidamento ad una multinazionale britannica per un periodo di sette anni, opzionabili per altri due”.
Di per sé, questo non sarebbe un problema, ma il segretario della Cgil, Alessandro De Grazia, punta su u altro aspetto: “La ditta (dati presi da serviziweb.asur.marche.it/ALBI/ASUR2017/allegati, ndr) ha subappalto il servizio antincendio per la elisuperficie di Fermo e la società subappaltatrice, da sempre, svolge il servizio in modalità mobile cioè con l’attivazione dell’operatore “a chiamata”. Una reperibilità h24, ma non con obbligo di risposta per i 200 euro che prende il dipendente incaricato” prosegue De Grazia.
Un servizio che rispetta le norme, ma che non convince il numero uno della Cgil di Fermo: “Qualcuno si è chiesto cosa succederebbe se il lavoratore non dovesse rispondere alla chiamata visto che nel contratto non esiste un obbligo di risposta? Le conseguenze sarebbero drammatiche visto che la mancata risposta comporterebbe l’assenza dell’addetto antincendio all’atterraggio e al decollo dell’elisoccorso. Una questione rilevante, la tipologia contrattuale prescelta per la copertura di quel servizio così delicato appare quantomeno inadeguata, per usare un eufemismo”.
Prima di prendere posizione pubblica, De Grazia ha contattato Regione Marche, assessorato alla Sanità, Ospedali Riuniti, Asur Area Vasta 4, impresa appaltatrice e subappaltatrice.
“Nessuno ci ha risposto se non, per l’appunto, la precisazione della tipologia contrattuale in essere per il servizio, da parte della impresa subappaltatrice. Francamente, dalla parte politica, ci saremmo aspettati un minimo di attenzione. Tutti devono ricordarsi che ogni volta che Icaro passa sopra le nostre teste e si ferma per caricare un ferito, non c’è solo il malato, ma anche quel dipendente che ha ricevuto la chiamata per pochi euro”.