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Elezioni, quanto contano le Marche?

15 Agosto 2022

*C'è qualcosa che non sta funzionando. A livello nazionale l'unico che ha davvero alzato la voce è il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: niente paracadutati nei collegi.

Parlava per il PD, ma vale per tutti. Il rischio, invece, è proprio questo. L'emblema è nei due principali partiti, Lega e Pd, anche se oggi la regina è la Meloni.

Essere il commissario politico di una regione, non significa essere marchigiano. Vale per Losacco del PD, vale per Marchetti della Lega, vale per Battistoni di Forza Italia o l'uscente Baldelli che nelle Marche ha la bicicletta parcheggiata a Porto San Giorgio.

E invece, collegi blindati andrebbero, ma ci sono ancora pochi giorni per cambiare la storia, proprio a loro.

Questo a discapito di una regione che già è penalizzata dal taglio dei parlamentari, che saranno solo 15 tra Camera e Senato.

Il rischio di contare ancora meno è alto, anche perché non è pensabile, o sperabile, che i partiti restino commissariati ad eternum.

Che siano i parlamentari uscenti (Lucentini e Verducci) o dei nuovi a giocarsi il posto, ma che siano marchigiani, espressione del territorio, voce reale e continua a Roma di una regione isolata dal punto di vista infrastrutturale ma molto più ricca di quel che i leader nazionali pensino.

Il Fermano, poi, rischia ancora di più avendo bisogno del Piceno per eleggere qualcuno o di un nome blindato. E ha anche la certezza che non ci sarà più un doppio volto, magari di maggioranza e opposizione, a arappresentarlo.

Certezze è anche che le Marche quasi sicuramente saranno fuori dal Governo, dopo l'esperienza Morani al Mise col Pd, a meno che vincendo il centrodestra e la Meloni non si premi la fedeltà di chi ha scelto un esponente di FdI, il governatore Acquaroli, prima di tutti gli altri. Anche perché tra i Dem chi comanda in regione non è mica chiaro: dal Ricci pesarese al senatore Verducci, passando per chi aveva potere, la Morani, a chi piace a Letta e tornerà comunque a pesare, l'ex onorevole Irene Manzi.

Piccola, con aree di crisi irrisolte, autostrada monca e alta velocità lontana: queste sono le Marche oggi. Tutto si accetta, ma non la beffa di diventare terra di atterraggio, nonostante l'aeroporto sottodimensionato, di politici incapaci di prendere voti a casa loro.

*drettore www.laprovinciadifermo.com

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