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Elezioni provinciali, Fabiani portavoce dei piccoli: "Priorità al rilancio dei borghi, Rotoni e Vallesi sono i nostri nomi"

6 Novembre 2021

SERVIGLIANO – Marco Fabiani, sindaco di Monteleone di Fermo, non ha dubbi e a nome di un imprecisato numero di sindaci chiarisce la posizione di questo gruppo di piccoli comuni: “Indichiamo Marco Rotoni come presidente e Antonio Vallesi come vice”. Questo, in vista delle elezioni del 18 dicembre, è un pacchetto blindato che lascia poco spazio a discussioni. Non ci sono Paolo Calcinaro o Moira Canigola che tengano, i nomi per una parte degli under 5mila abitanti sarebbero blindati.

Tra l’altro, Fabiani non si è limitato a dare seguito alla candidatura di Rotoni, avanzata dal sindaco di Servigliano durante la riunione a Petritoli (leggi) ma ha blindato anche il vice, ruolo tra l’altro non previsto ma a discrezione del presidente. Basti pensare che Ascoli Piceno non l’aveva mai nominato, diversamente dalla Canigola che aveva scelto così una linea più collegiale.

“Il rinnovo della presidenza della Provincia di Fermo può rappresentare una svolta in nome del rilancio di questo territorio, può ridare peso specifico, fin qui marginale, all’area del Fermano rispetto ad altre realtà regionali” prosegue il sindaco che esalta il lavoro fatto in questi mesi, insieme con altri sindaci, “per mettere in campo una strategia di rinascita dei borghi lontana da vecchie logiche di schieramento precostituito”.

Rivendica il percorso, partito da mesi, per aggregare i piccoli comuni. “Una linea non in alternativa o competitiva rispetto a quella di Comuni più grandi, bensì unitaria. Questo dev’essere chiaro. Come dev’essere chiaro che non è un fatto di numeri. I quali, peraltro, ci dicono che nel Fermano quelli al di sotto dei 5 mila abitanti sono ben 33 sui 40 che compongono l’intero territorio provinciale”. Vero, sono la stragrande maggioranza i piccoli, ma in una elezione di secondo livello, i venti che si ritrovano spesso valgono poco più del 20%.

Ma non è solo questione di nomi, per Fabiani ci sono anche i progetti: “La reale posta in gioco è quella di avere finalmente un progetto ispiratore, innovativo, teso al futuro, capace di posizionare il Fermano dentro una dinamica emergente che travalica non soltanto i suoi confini, ma quelli stessi della Regione, per assumere una valenza nazionale: fare delle nostre aree interne una delle leve decisive di un nuovo sviluppo sociale ed economico dell’intero Paese. La rinascita di cui parlo sta qui”.

 Il filo conduttore, dal Pnrr alle politiche regionali, è uno: ripopolare i borghi, rinsaldare le comunità, inserirle in una dialettica sociale, produttiva, culturale più larga. “Si tratta adesso di vedere se la politica di questo nostro territorio ha il coraggio, la lungimiranza, di cogliere questa opportunità. Intendo la politica come esercizio di cura e di servizio verso i propri amministrati; qualcosa cioè che non nega né le differenze culturali né gli schieramenti di appartenenza, ma sa ritrovare, nel momento della massima necessità, le ragioni di un interesse generale, di un territorio in difficoltà concepito e governato come bene comune da tutelare e riprogettare” riprende Fabiani.

Per il sindaco che supporta senza esitare il collega Rotoni, “il nostro progetto contiene queste ragioni, e lo testimonia proprio il percorso partecipativo che in questi mesi ci siamo dati. Siamo partiti da un’esigenza comune dei piccoli borghi, l’abbiamo allargata e condivisa con realtà più grandi della costa, come Sant’Elpidio a Mare. Insieme vogliamo aprire un nuovo cammino, con una proposta che ha i suoi contenuti e le figure in grado di interpretarli e realizzarli, come dimostra il lavoro che da anni stanno svolgendo proficuamente”.

Un quadro che sembra già disegnato, anche se sul finale Fabiani apre a una discussione: “Mettiamo sul tavolo le ragioni di un confronto sulle cose da fare e su come farle. E anche, certamente, con chi farle. Ma a partire dall’idea che abbiamo del Fermano e delle sue prospettive future, non dal fatto compiuto della pura e astratta alchimia dei numeri. Perché, in una buona e giusta politica, è dal progetto che scaturisce il soggetto, non il contrario”.

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