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Bora: i consultori vanno finanziati, non occupati dagli antiabortisti

19 Aprile 2024

*L’emendamento al decreto PNRR proposto da Lorenzo Malagola, parlamentare di Fratelli d’Italia, con il quale il Governo Meloni apre le porte dei consultori pubblici alle associazioni antiabortiste pro-life è un nuovo e pericoloso attacco ai principi fondamentali della Legge 194/78 e al diritto all'interruzione volontaria di gravidanza. Farò tutto il possibile affinché i consultori pubblici rimangano punti di riferimento laici, liberi da pressioni ideologiche e, soprattutto, garanti dei diritti riproduttivi di tutte le donne.

Per questo ho presentato un’interrogazione per ottenere spiegazioni al Presidente Acquaroli sul mancato recepimento da parte della Regione Marche delle linee guida nazionali emanate dal Ministero della Salute ad agosto 2020 e relative all’aggiornamento dei protocolli per l’interruzione farmacologica di gravidanza presso i consultori e fino alla nona settimana di gestazione.

La Giunta del modello Marche si ostina a non ottemperare a disposizioni nazionali, ma noi non arretreremo neanche di un passo nella difesa della libertà di scelta delle donne, che sia per una maternità consapevole o la decisione di abortire senza sensi di colpa.

I consultori familiari svolgono un ruolo fondamentale per l’emancipazione femminile e per rendere le donne sempre più consapevoli del rapporto col proprio corpo, con la sessualità e del loro ruolo all’interno della famiglia. Sono stati concepiti, già nel 1975, come presidi territoriali laici e gratuiti e tali devono rimanere. Sarebbe sicuramente più utile se la Presidente Meloni, così come il Presidente Acquaroli, si dedicassero al potenziamento di queste strutture, costantemente sottofinanziate e carenti di personale.

È evidente che queste strutture non hanno certamente bisogno delle associazioni pro life a occupare spazi già insufficienti. Ricordo che esistono e sono operativi anche nella nostra Regione i consultori cattolici ai quali le donne possono scegliere di accedere liberamente.

Credo che piuttosto che finanziare con risorse pubbliche i centri di aiuto alla vita, i movimenti antiabortisti e gli stessi consultori cattolici, questa destra di governo dovrebbe preoccuparsi di potenziare questi presidi territoriali, investire in equipe multidisciplinari, attualmente quasi mai garantite, e garantire alle donne programmi di accompagnamento ad una maternità consapevole e di sostegno durante i primi anni di vita dei figli.

*Manuela Bora, consigliera regionale PD

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