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Autostrada, ora basta: intervenga l'Antitrust

28 Giugno 2020

Viadotti sequestrati, lavori in corso a macchia di leopardo, investimenti mancati negli anni, sono le cause di continui disagi per gli automobilisti che hanno la sventura di dover transitare sulle due corsie che corrono da Porto Sant’Elpidio verso il sud d’Italia, come pure per gli abitanti dei comuni attraversati da colonne di automobili che si riversano poi necessariamente sulla Statale al primo blocco viario.

Un danno continuo al mondo produttivo, pensiamo ai mezzi pesanti e al rispetto dei tempi massimi di guida o anche più semplicemente alla puntualità delle consegne delle merci e degli arrivi al lavoro, ma anche alla qualità della vita di ognuno per lo stress psicofisico da soste in code interminabili, magari pure al chiuso di una galleria.

Se il servizio non funziona in termini di percorribilità e di sicurezza, da consumatore non mi rimane che prendermela con il gestore responsabile del disservizio, nel caso di specie Autostrade per l'Italia S.p.A., ma che non venga in mente di non pagare il pedaggio.

Le autostrade in concessione prevedono un corrispettivo per il transito dei veicoli, il cui pagamento è un obbligo previsto e tutelato dal regolamento di esecuzione e attuazione del codice della strada, art. 373, e dal codice della strada, art. 176, commi 11, 11 bis e 21 attraverso una sanzione amministrativa da euro 87 a euro 345 e la decurtazione di 2 punti della patente.

Peggio ancora se il mancato pagamento venisse poi inteso per elusione, che allora si andrebbe incontro a una sanzione amministrativa da 431 a 1734 euro, art.176 co.17 CdS, se non addirittura al reato di truffa o di insolvenza fraudolenta.

Allora cosa posso fare se rimango ore e ore bloccato nel traffico?

Se si tratta di un caso fortuito, come un incidente quando imprevedibile o comunque appena occorso, nulla da fare, ma se la congestione del traffico è legata a un deficit strutturale dell’asse viario o risale a ore prima e non sono stato informato tempestivamente con cartelli luminosi al casello di ingresso o a quello antecedente l’inizio della congestione stradale dandomi la possibilità di percorsi alternativi, allora posso chiedere il risarcimento del danno.

Danno non solo patrimoniale, il costo del pedaggio ad esempio, ma anche esistenziale, purché io riesca a provare, oltre il disservizio subito, il pregiudizio significativo che me ne è derivato.

Non un semplice disagio, fastidio, disappunto o qualsivoglia ansia, che ognuno nel proprio contesto sociale è tenuto ad accettare per buona tolleranza, bensì la prova che il disservizio ha inciso sulla mia persona e sulle mie relazioni di vita in senso negativo al punto da alterarne e sconvolgerne l’equilibrio e le abitudini con lesione di diritti fondamentali costituzionalmente garantiti.

Altra possibilità è quella di adire l’Autorità garante della concorrenza (Antitrust) perché sanzioni il concessionario del pubblico servizio per “pratica commerciale scorretta”.

Siamo infatti al secondo anno consecutivo di una gravissima crisi della viabilità autostradale, fatta di rallentamenti e code e sempre più impraticabili percorsi alternativi a congestionare la Statale.

È evidente a tutti l’inadeguatezza organizzativa e l’inidoneità dei sistemi di gestione del traffico da parte della società concessionaria o no?

Nell’inerzia delle Istituzioni, non sarà forse il caso che qualche pubblica autorità finalmente si muova e prenda l’iniziativa?

Avv. Andrea Agostini

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