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Asite, per salvare conti e futuro il Comune punta sul biodigestore. Vallasciani: "Venti milioni (di euro) di dubbi"

1 Gennaio 2022

FERMO – La società Asite, nella foto il numero uno Paradisi, è attesa a un 2022 a dir poco decisivo. Il comune ha deciso di investirci, di darle quelle risorse necessarie per fare il salto necessario che significa anche progettualità e sopravvivenza. Che poi tutti in Comune sperano diventi crescita, partendo proprio dal biodigestore.

LE CERTEZZE DI CIARROCCHI

“Parliamo di un investimento strategico che conclude un percorso iniziato diversi anni fa per realizzare un piano ambientale che ha il duplice obiettivo di ridurre i rifiuti finali e di produrre energia verde e rinnovabile” spiega l’avvocato con delega all’Ambiente.

“Abbiamo interloquito con le associazioni ambientaliste e con i consiglieri, da tutti la convinzione che il biodigestore abbia una assoluta valenza ambientale ed energetica. Non sussistono dubbi nemmeno sulla bontà dell'investimento dal punto di vista del piano economico finanziario, soprattutto alla luce dei possibili canali di finanziamento tramite il Pnrr e Cassa Depositi e Prestiti, senza dimenticare gli incentivi statali previsti dal decreto MISE 2018 per la produzione di biometano, che garantiscono sicura redditività alla gestione dell’impianto”.

Dal punto di vista tecnico, è un impianto, l'unico nella provincia, capace di produrre energia. “Un sistema impiantistico complesso costituito da una sezione di digestione anaerobica dei rifiuti per la produzione di biogas e la sua successiva purificazione per ottenere biometano. I rifiuti destinati a trattamento nel nuovo sito impiantistico saranno costituiti essenzialmente dalla frazione organica per una quantità, ridotta rispetto all'iniziale progetto, di 35 mila tonnellate all'anno, in gran parte proveniente nell’ambito dell’Ata 4 della Provincia di Fermo”.

I DUBBI DI VALLASCIANI

La base dell’analisi del capogruppo del Partito Democratico parte dal fatto che nel bilancio di previsione sono previsti ‘prestiti’ per 25 milioni di euro a sostegno del progetto della Asite srl per realizzare il Biodigestore. “La società Asite è nata circa 20 anni fa con 35 dipendenti. Oggi ne ha quasi 200 e fattura 16 milioni di euro con utili azzerati, anzi nel 2020 ha peso 100mila euro. Da qui l’aiuto del socio proprietario, ovvero il Comune”.

Socio che diventa parte attiva nella strategia che porterebbe al biodigestore. “Una operazione che se non condotta al meglio, rischia di congelare l’attività del comune di Fermo nei prossimi 20 anni”.

Vallasciani riconosce la necessità di iniziative imprenditoriali. “Ma su questo pesano le incertezze sulla gestione dei rifiuti nel territorio in ragione delle scelte d’ambito legate alla piena attuazione del ATA rifiuti, ossia l’organismo che dovrà gestire unitariamente la politica ambientale provinciale, ed autorizzare all’Asite all’ampliamento della discarica. Il piano costi benefici per la realizzazione del Biodigestore, impianto che trattando la Forsu (frazione organica rifiuti solidi urbani) produrrà biometano, appare ad una prima lettura conveniente come tutti i progetti sulla carta resta poi verificare quante delle previsioni incluse in detto piano avranno concreta e reale attuazione”.

Il Dem teme la spesa die 21 milioni, al momento solo ipoteticamente coperti da fondi statali. “Parliamo – prosegue – di un appalto complesso sopra soglia comunitaria la cui progettazione esecutiva se non completamente esaustiva potrà generare contenziosi anche milionari con il soggetto realizzatore. Per di più, è un impianto sotto dimensionato di 35.000 tonnellate di cui 22.000 da raccogliere nel territorio e circa 13.000 fuori provincia. Ma gli studi recenti parlano di impianti redditivi solo se al di sopra alle 45.000 tonnellate lavorate”.

Ancora meno convincente è la produzione del biometano perché “il Gse lo acquista solo per 10 anni, e poi? L’investimento è ammortizzato in 16 anni. Tra l’altro, il biodigestore partirebbe tra più di due anni, nel 2024, quando già altri impianti saranno attivi nelle Marche. e per finire, l’impianto ha un fabbisogno energetico molto alto, stimato al momento in circa 870.000 euro anno, se come previsto i costi dell’energia aumenteranno già dal prossimo anno, viene da chiedersi se i ricavi stimati debbano essere rivisti”.

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