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Arretramento A14, a chi conviene davvero? I dubbi di Rifondazione

15 Novembre 2021

*Il riaccendersi della discussione sull’arretramento dell'autostrada A14 nel tratto Porto Sant’Elpidio-Pedaso ci ricorda come a Porto San Giorgio le elezioni amministrative siano alle porte. Ma non solo. La compattezza e la trasversalità dello schieramento favorevole all’arretramento ci ricorda anche un'altra cosa, ossia che quando si parla di grandi opere gli intrecci tra politica e interessi particolari sono complicati da districare.
Come Rifondazione, esprimiamo forti riserve per la proposta di arretramento dell'autostrada e rivolgiamo a tutti una serie di domande sui cui poter ragionare insieme.
A chi gioverebbe l’arretramento dell’A14 nel tratto Porto Sant’Elpidio-Pedaso?
E’ accettabile che un’intera provincia venga sfregiata da una colata di cemento e asfalto per gli interessi localistici di una cittadina di 15 mila abitanti che negli anni, tra le altre cose, ha attuato una politica edilizia che ha saturato ogni centimetro quadro di territorio?
E’ accettabile che mentre è in corso COP 26 sul clima, dove i toni assunti da più parti sono estremamente preoccupanti, sui territori i politici locali propongano soluzioni che vanno nella direzione contraria al minore inquinamento e al minore impatto ambientale?
I dati ISPRA 2021  -Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale , organo governativo – ricorda agli amministratori pubblici che la velocità del consumo del suolo di 2mq al secondo produrrà tra il 2020 e il 2050 serie di danni trasversali, ecologici ed economici e stima come dal 2012 al 2021 il suolo consumato non abbia potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155.000 quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, lo stoccaggio di quasi 3 milioni di tonnellate di carbonio.
A questo, si aggiunge un altro aspetto non secondario e che potrebbe impattare in maniera diretta sulle nostre tasche: cosa ne sarà dell’attuale tracciato autostradale e chi lo gestirà? Quali saranno i costi di ristrutturazione e manutenzione? E a carico di chi?
Sorprende inoltre, come alcuni sindaci dei paesi dell’entroterra, in nome di un’ideologia sviluppista d'altri tempi, manifestino entusiastico apprezzamento per il progetto: cari sindaci, il nostro entroterra ha bisogno di progetti di dimensioni ridotte e dalla forte domanda sociale come la messa in sicurezza del territorio, lo sviluppo di vera mobilità collettiva, la manutenzione e il miglioramento dell’esistente.
Perché caldeggiare l’autorizzazione di questa maxi colata di cemento e asfalto dalla quale viene rimossa, per interesse economico e di consenso elettorale, qualsiasi valutazione di impatto ecologico e sociale di lungo periodo?
Chi si avvantaggerà realmente dall’esproprio dei terreni agricoli e dalla trasformazione di aree agricole in aree urbanizzate?
La mobilità dell’entroterra quale vantaggio trarrebbe da quest’opera? Perché, allora, non chiedere il completamento della strada cosiddetta "Mezzina", che andrebbe realmente ad assorbire parte del traffico costiero e migliorerebbe la mobilità di breve e media distanza dei comuni interni?
Noi auspichiamo che i cittadini e le associazioni ambientaliste del territorio battano un colpo e nell’ottica di allargare il dibattito lanciamo una proposta: perché non chiedere ai 170 mila abitanti della Provincia di Fermo cosa ne pensano, rendendoli parte attiva di questo processo e portando il dibattito fuori dai palazzi della politica, molto frequentati invece dagli interessi dei grandi cantieri e del turismo di massa costiero?

*Alessandro Fortuna, segretario Rifondazione Comunista

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