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Villa Anna, la clinica che guarda al futuro: sperimentata la 'bolla anti Covid' progettata da due imprese marchigiane

9 Dicembre 2020

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una soluzione innovativa per il rispetto della distanza di sicurezza e la registrazione anonima dei contatti a rischio per risolvere i problemi creati dalla pandemia Covid-19. L’incrocio perfetto tra due aziende marchigiane leader nella tecnologia si è concretizzato a San Benedetto del Tronto nella clinica Villa Anna guidata da Simone Ferraioli.

"All'inizio della prima ondata pandemica – spiega il presidente - la nostra clinica è stata dichiarata 'no Covid' e noi abbiamo avuto sia la prontezza di riflessi di approvvigionarci subito dei presidi di sicurezza necessari per garantire la ''bolla'' interna alla struttura e la forza di dotarci di personale aggiuntivo, sia l'accortezza di non smettere in estate di ragionare sulla massima sicurezza e tutela di medici, operatori e pazienti. Questo ci ha portato all'adozione in via sperimentale del Safety bubble device, che risolve il problema di dover monitorare la situazione nel nostro ospedale rispettando la riservatezza di pazienti e visitatori".

Capofila del progetto è la Iotalab, start-up anconetana nata dall'esperienza di professionisti della tracciabilità di prodotti e processi (Zanini Consulting) e del monitoraggio da remoto di impianti energetici (Vesta energie), che ha ingegnerizzato il dispositivo indossabile, mentre l'azienda sambenedettese Tecnodata ha sviluppato un esclusivo software applicativo denominato Cias (Collision identification and analysis software).

La soluzione nota come Safety bubble device è in fase finale di verifica in alcune aziende multinazionali, quali la Edim spa società italiana del gruppo Bosch, ma da un mese in sperimentazione proprio alla clinica Villa Anna.

“Lo strumento, che l'utente indossa subito dopo essersi fatto misurare la temperatura e prima di entrare nella struttura: da quel momento, inizia a controllare che la persona non si avvicini a meno di un metro da un altro individuo e, se questo accade, inizia prima a lampeggiare, poi a vibrare ed infine a suonare, per segnalare l'eccessiva vicinanza.

“Se il paziente entra con un congiunto, i due device vengono programmati in modo tale che non segnalino la vicinanza tra i due soggetti.  Ma in realtà - chiarisce Giuseppe Peluso di Tecnodata - il sistema fa molto di più: immagazzina le informazioni anonime di contatto tra dispositivi al fine di poter rintracciare con estrema rapidità le sole persone interessate in caso di rischio di contagio". 

Villa Anna è così il primo ospedale italiano a sperimentare al proprio interno tale sistema che viene fornito a ogni visitatore all'ingresso della clinica dopo che è stata misurata la febbre. Lo scopo non è solo garantire il controllo del distanziamento fisico di almeno un metro, ma soprattutto registrare eventuali comportamenti che potrebbero esporre la persona al rischio di contagio, il tutto senza tracciarne i percorsi.

Quando l'utente sta per lasciare la casa di cura Villa Anna, l'apparecchiatura viene depositata in un apposito contenitore: i dati vengono scaricati ed il device, dopo essere stato sanificato, sarà riutilizzato per un nuovo visitatore.

"Con Villa Anna - aggiunge Simone Fedeli, a capo del team di ingegneri di Iotalab - abbiamo inoltre avviato un progetto che integra le funzionalità di Safety bubble device con un termoscanner per il rilevamento della temperatura corporea. Il sistema - prosegue Peluso - è operativo al momento nelle aree ricoveri e pre-ricoveri, ma la sua utilità è già del tutto evidente.

Qualora un soggetto positivo fosse transitato a Villa Anna per una visita o per farsi operare, grazie al nostro sistema sarebbe possibile identificare in tempo reale gli altri soggetti che sono stati a contatto con lui per più di quindici minuti, arco temporale considerato pericoloso da protocollo nazionale, e l'autorità sanitaria, unica autorizzata a consultare i dati, sarebbe in grado di contattare solo le persone che devono effettuare il tampone, con un evidente sgravio del carico di lavoro che il servizio di medicina territoriale deve tuttora sopportare a causa dei test di massa della popolazione che necessita di controllo".

 In futuro, il sistema Safety bubble device potrà servire in altri ambiti. Ad esempio potrà fungere da sistema per autorizzare o non autorizzare l'ingresso alla struttura di personale esterno addetto alla manutenzione o essere associato all'ospite durante le fasi di accettazione ed erogazione delle prestazioni, o per sostituire il badge aziendale e tanto altro in un'ottica di digitalizzazione dei processi aziendali; in sintesi Sbd è un sistema la cui utilità va ben oltre l'emergenza Covid, ma che intanto garantisce le 'bolle anti Coronavirus' nelle strutture ospedaliere.

Raffaele Vitali

redazione@laprovinciadifermo.com

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