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Tortona salta sulla testa di Pesaro: poca difesa e tanti errori, la sconfitta complica la salvezza

20 Aprile 2024

CASALE MONFERRATO – “Ci siamo allenati con la faccia giusta” aveva detto Meo Sacchetti nel pre gara. Probabilmente in attacco, perché quanto fatto vedere in difesa della Carpegna Prosciutto non è adatto a chi gioca per salvarsi.

Pesaro ha perso e pure male in casa della Bertram Tortona. Che, sia chiaro, ha un roster di primo livello anche senza il suo super pivot fermo per infortunio. De Raffaele ha fatto pre tattica, piangendo infortuni inesistenti come quello di Candi e Radosevic, regolarmente in campo. Con cinque minuti da giocare nell’ultimo periodo, il match è già finito (84-63).

E questo forse è il dato peggiore di una serata che per quindici minuti aveva illuso tutti i tifosi che avevano sfidato la distanza raggiungendo il Piemonte. Una sconfitta che conferma come il basket di Meo Sacchetti sia incalcolabile nel suo esito finale. Perché il prendi e tira a volte dà, vedi sfida con Pistoia, spesso toglie, perché a errore banale segue sempre una dura punizione se giochi contro squadre ben allenate come Tortona.

Il primo quarto ha subito fatto capire una cosa a Tortona: Pesaro non è una squadra che si arrende facilmente. Dopo un inizio punto a punto, con la tripla di Mazzola ormai un classico quando tira con i piedi fermi, la Bertram scappa via. Un parziale di dieci a zero in poco più di due minuti che avrebbe potuto annichilire la squadra che sa di dover vincere per forza (19-9). Serviva una scossa e arriva ovviamente da Cinciarini, l’uomo più esperto, supportato da Visconti, che mette una bomba al momento giusto e da Tambone, che non esita quando c’è da prende il tiro dopo un paio di palleggi. Gli italiani fanno la differenza nel primo quarto in cui gli Usa si ricordano solo per i due falli di Wright Foreman in un minuto.

Nel secondo quarto vengono fuori i limiti di Pesaro, offensivi e difensivi. Perché se il tiro non entra, spesso la squadra di Sacchetti rientra male in difesa e regala canestri facili o, peggio ancora, secondi e terzi tiri. Tortona in questo è maestra, perché ha chili e mani per recuperare i palloni che si muovono senza padrone in campo. E lo fa benissimo nel momento in cui costruisce l’allungo che la porta, di nuovo, in doppia cifra di vantaggio (42-31), forte della mano calda di Baldasso e della schiacciata rovesciata di Weems dopo l’ennesima palla persa di Foreman.

Tutto accade in poche azioni, quelle che Pesaro forza in attacco con Foreman, che fa grandi canestri ma manda fuori ritmo tutti i compagni con i suoi palleggi estenuanti. E poi ci sono in campo due zombie che si alternano, Bluiett e Ford. Segna solo 11 punti Pesaro, spreca anche un antisportivo fischiato dagli arbitri, da cui ricava solo un punto. C’è da sudare e soprattutto da difendere e costruire tiri migliori, come fatto nel primo quarto (44-33).

Il terzo quarto è una montagna da scalare. Sacchetti non legge il momento, lascia in campo lo stesso quintetto per cinque minuti e Tortona ringrazia. Perché non fa canestro Pesaro e la squadra di coach De Raffaele non può che approfittarne. Se l’unico che trova la retina è Cinciarini da tre punti, qualcosa non funziona. Palle perse, tiri affrettati e soprattutto zero difesa. Manca la grinta non solo i chili dentro l’area. Perché Srauitins tocca ogni pallone e così Severini.

I lunghi della Carpegna Prosciutto sono sovrastati. E Sacchetti cosa fa? Lascia Ford a fare la muffa in panchina. Il numero 12 non aveva dato spunti in attacco, ma almeno a rimbalzo e in difesa si era fatto valere nel poco tempo impiegato. Ma niente, meglio affidarsi al ‘corri e tira’ che però diventa un ‘corri e prendi il ferro’. Si salva Visconti in questo marasma, del resto lui è giocatore senza paura e timidezza, più sbaglia e più tira, e alla fine segna.

Tortona, intuito questo, fa il suo compitino, forte di un roster lunghissimo e decisamente di categoria superiore a quello dei biancorossi. In un amen vola sul 50-36, mai che dalla panchina venga deciso un cambio difesa, magari una zona, e poi controlla, approfittando anche del fatto che Pesaro non fa mai fallo. Fosse anche per evitare l’ennesimo rimbalzo in attacco, nel quarto decisivo, chiude con due falli di squadra (68-54).

Nella disperazione del momento, coach Sacchetti torna a inserire Ford che come premio per aver preso un rimbalzo in attacco e difeso per due azioni finisce in panchina dopo meno di due minuti. Inspiegabile. Ma del resto il coach vuole gente che tira, sbaglia e ritira. E questo non è Ford. Per la cronaca, appena uscito altro rimbalzo in attacco di Tortona con Weems che segna anche da tre in faccia a McDuffie, l’uomo preferito da Sacchetti. Ci prova Love a far sentire i muscoli (68-58 e ultima illusione), ma per farlo deve andarsi a prendere il pallone a cinque metri da ferro, perché se il primo passaggio di Cinciarini arriva a uno degli esterni è già certo che non la rivedrà più.

Sembrano sempre uno in più in campo i piemontesi, che continuano a colpire senza pietà con Baldasso. A questo punto, avendo già posizionato in panchina per Ford, non può che rimettere anche Foreman, forse il più dannoso, perché non ha una idea del gioco di squadra, ma il canestro lo cerca. Mentre chi lo trova, ancora una volta, è Baldasso che chiude un’azione perfetta dei suoi compagni che con quattro passaggi fanno saltare il primo tentativo di pressing biancorosso. Una sconfitta per 94-76 che fa malissimo alla classifica e al morale. Ancora più di prima la salvezza di Pesaro non dipende da Cinciarini e compagni ma da quello che domani faranno Varese e Treviso, oltre che Brindisi.

r.vit.

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