*C’è un piccolo buco nero nella ricostruzione post sisma. Lo sa anche il commissario Guido Castelli, che però questa volta è ‘impotente’.
Piccolo se rapportato alla vastità del cratere, ma grande per il suo valore, il suo peso per la comunità: è l’eremo di san Leonardo a quattro passi della Gola dell’infernaccio, nel comune di Montefortino.
Che poi, a dirla tutta, eremo non lo era quando è nato, visto che padre Pietro Lavini, il frate che l’ha costruito pietra su pietra, lo immaginava come luogo di incontro dei pellegrini, dei viandanti, religiosi e non, che muovendosi in cerca della natura potevano trovare anche Dio.
L’eremo, o monastero, è stato danneggiato dalle scosse nel 2016. Una complessa messa in sicurezza nel 2018, con tanto di materiale portato in elicottero, sembrava preludere alla ricostruzione e riapertura. E invece, san Leonardo è finito nell’oblio. Inizialmente per disinteresse, poi per burocrazia e poi per palese assenza di volontà.
Il commissario Castelli, l’uomo che tiene i cordoni della borsa, ha più volte dichiarato di essere pronto a firmare un’ordinanza specifica per finanziare il recupero, ma serve un progetto. E quello lo deve presentare la curia di Fermo. Nell’agosto 2024, dopo otto anni, l’arcivescovo Rocco Pennacchio aveva annunciato che presto sarebbe arrivato il progetto esecutivo. Sono passati sei mesi, nessuno l’ha visto. Di certo non l’Ufficio ricostruzione.
L’eremo era un riferimento religioso ma, qualcuno forse lo ha dimenticato o spera di farlo dimenticare, anche turistico. Si parla quindi di economia e rilancio delle aree interne, un tema che dovrebbe stimolare anche la Regione.
San Leonardo è storicamente il patrono di prigionieri e fabbricanti di catene, peccato che qui di prigioniero ci sia solo il monastero costruito da un uomo, capace di superare i limiti fisici con le sue preghiere.
Basterebbe poco, che l’ingegnere incaricato dalla curia completi il suo lavoro. Ora, non tra mesi. Poi, se Castelli non dovesse rispettare la promessa, si giocherà una nuova partita. Per una volta, però, il problema non è nel potere temporale, ma in quello spirituale. E questo fa sentire tutti, soprattutto chi ama e rispetta quel luogo in mezzo ai Sibillini, più impotenti.
*direttore www.laprovinciadifermo.com