Monsampietro Morico – Un albero di Falcone, un ficus macrophylla, crescerà nel giardino di Monsampietro Morico. E lo farà insieme coni giovani studenti che la sindaca Romina Gualtieri ogni anno, il 23 maggio, coinvolge peer non dimenticare la strage di Capaci.
La cerimonia quest’anno è stata arricchita dalla presenza delle istituzioni, dalla viceprefetta al vicequestore passando per i vertici di carabinieri ed Esercito. Non è mancato neppure l’ufficio scolastico regionale con il dottor Iavarone e le dirigenti di Petritoli e Montegiorgio che hanno messo a disposizione il coro. Ad accompagnare il tutto, gli studenti della Scuola Giovanni Paolo II, ISC Cestoni di Montegiorgio e Perlasca di Montottone che hanno colorato il parco con i tanti cartelli dedicati alla legalità e al giudice.
“Ogni anno, dalla intitolazione del parco ai magistrati falcone borsellino nel segno di una memoria che non passa, ci ritroviamo per ribadire che la memoria è vita. Ogni anno è un tassello di un puzzle importante in cui la storia è protagonista” racconta la sindaca Gualtieri.
Una storia che si arricchisce di momenti chiave, come la cattura di Matteo Messina Denaro che Maria Falcone, presidentessa della Fondazione Falcone, ha fatto diventare momento di riflessione: “Abbiamo incontrato migliaia di giovani nelle scuole di tutta Italia in questi anni, ogni giorno penso e sono grata alle insegnanti per il lavoro di cura nei confronti della memoria dei fatti di allora e della promozione di un nuovo modello di società della giustizia e della fiducia, al contempo sono però consapevole che non basta ancora, non è sufficiente.
La cattura del boss Messina Denaro rivela un’ampia porzione della società disposta ad aiutare i mafiosi, al Sud come al Nord, persone e professionisti consapevoli di fare affari con i boss e coi complici, a chiedere loro favori. Oggi più che mai quindi serve agire nella comunità, perché contro la mafia non basta la legalità ma servono anche cultura, passione e impegno, sperimentando nuovi linguaggi, unendo le istituzioni e le imprese in questa nuova stagione della consapevolezza. Dobbiamo vincere la mafia, non soltanto contrastarla, restando lontani dal personalismo ed essendo di esempio, per coraggio e fantasia, restando autonomi”.
Monsampietro non dimentica, no lo ha fatto neppure nei durissimi anni post sisma del 2016. “Dobbiamo togliere alle mafie il consenso sociale: perché le organizzazioni criminali hanno capito da tempo che per fare affari bisogna lavorare sotto traccia, non suscitare allarme, fondersi con la realtà sociale” ribadisce Gualtieri che lavora per dotare i suoi giovani di solidi anticorpi capaci di reggere al male che ancora c’è nel mondo.
“L’impegno dello Stato in tutte le sue articolazioni deve essere quello di promuovere la cultura della legalità, perché non basta combattere il male mafioso ma serve anche costruire gli anticorpi sociali. Ricordi e simboli come la messa a dimora dell’albero di Falcone da parte dei Carabinieri Biodiversità e l’inaugurazione della scala della legalità, simboleggia che non sono le scorciatoie a far raggiungere eccellenti risultati, ma ogni traguardo è frutto di paziente e tenace salita senza mai demordere o perdersi d’animo, anche perché la visuale che si ottiene dall’alto non è paragonabile al sacrificio richiesto all’inizio della risalita” conclude la sindaca.
Quindi coraggio, tenacia, verità e umiltà sono alcuni dei migliori elementi che insieme giovani, istituzioni, forze armate e forze dell’ordine conducono ad avanzare nell’edificazione di una struttura sociale che senza paura, condurrà al trionfo del bene.
r.vit.
