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Sabatini: Basta indugi, sgravi per le aree di crisi. Ecco i vantaggi

13 Dicembre 2020

*La scelta di escludere dagli sgravi contributivi fino al 2029 le aree di crisi delle Marche è inaccettabile perché territori ed economie omogenee vanno trattate allo stesso modo a prescindere dalla regione di appartenenza.

Si tratta di aree con imprese ad alta intensità di lavoro, che risentono ormai di una crisi strutturale decennale. Senza contare che l’esecutivo si accinge anche a inserire un cavillo legato alla sede di lavoro e non a quella legale dell’azienda: è una beffa, perché si tratta di un’ulteriore forma di penalizzazione per i nostri imprenditori.

La politica non può chiudere gli occhi e fare scelte incoerenti: il ragionamento deve essere semplice e problemi simili vanno trattati con le stesse ricette. Non è possibile trovare soluzioni semplicemente tirando una linea geografica.

Gli imprenditori marchigiani non vogliono i sussidi, ma nemmeno vogliono essere penalizzati da misure che favoriscono le aziende che operano in territori limitrofi e che, in diversi casi, hanno la stessa specializzazione produttiva o hanno problemi di competitività analoghi.

L’inserimento dei nostri territori, oltre a scongiurare la concorrenza tra aree omogenee, aiuterebbe a risolvere la piaga dell’economia sommersa. Ascoli Piceno, ad esempio, è la provincia marchigiana con il più elevato numero di lavoratori irregolari: gli sconti favorirebbero una progressiva e necessaria riemersione.

Ne ho parlato con l’assessore regionale al Bilancio, Guido Castelli, e con la Sottosegretaria del Mise, Alessia Morani (la promessa d'agosto). Sono per evitare le ricette a breve, per cui la mia proposta non solo prevede di inserire subito Piceno, Fermano e Maceratese tra le aree beneficiarie della fiscalità di vantaggio, ma anche prevedere che lo sconto possa essere abbinato a interventi specifici, focalizzati a riqualificare le filiere produttive in termini di trasformazione digitale, industria 4.0 e aggregazioni, in linea con le risorse che come ente camerale stiamo già liberando sul territorio.

Ci vuole uno sforzo ampio e una strategia che stimoli il cambiamento, altrimenti si rischia solo di posticipare solo i problemi.

*Gino Sabatini, presidente Camera di Commercio delle Marche

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