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Massucci, Canigola, Ortenzi: grandi manovre per le provinciali. Ma una sola certezza: il presidente lo sceglie Calcinaro

2 Novembre 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Elezioni provinciali sempre più vicine. Il 18 dicembre i consiglieri dei comuni fermani decideranno chi sarà il nuovo, o la nuova, presidente della Provincia di Fermo.

Negli ultimi mesi si è un po’ rianimata la corsa al posto di Moira Canigola, con la presidente attuale data per ‘fuori dai giochi’ un po’ troppo in fretta. Questo perché prima di sostituire qualcuno bisogna avere l’alternativa e in ogni caso almeno una strategia.

Oggi, sul tavolo, ci sono solo due fattori tangibili: il primo è che i piccoli comuni vorrebbero come presidente il sindaco di un paese con meno di 5mila abitanti; il secondo è che il presidente lo deciderà in ogni caso Paolo Calcinaro con la sua enorme maggioranza di Fermo, visto che i voti del capoluogo pesano molto di più degli altri.

Partendo da questo dato, emergono problemi in serie. Al momento, giocano a carte scoperte Marco Rotoni, Servigliano, e Luca Pezzani, Petritoli. Si alternano alla guida della compagine, che si vende più unita di quel che è, dei piccoli comuni. Un giorno convoca un’assemblea Rotoni, un altro Pezzani, in questa compagnia di giro che vuole tutti sulla stessa barca. Il problema è che mese dopo mese hanno capito che non bastano da soli e che, soprattutto, i grandi non li stanno seguendo.

E così, il bivio: andare con il centrodestra in modo palese, provando a traghettare Calcinaro nel loro campo, o schiantarsi contro un muro come fatto anni fa dai primi cittadini della Valdaso? Oppure scegliere di lavorare per un sindaco d’area neutra, con un’anima per certi versi più affine al centrosinistra ma parte della maggioranza multicolore di Calcinaro, come è Gaetano Massucci da Monte Vidon Combatte?

La terza opzione è l’arma che potrebbe unire il mondo Dem a quello calcinariano, visto che Massucci in consiglio è vicino al presidente del consiglio comunale Trasatti e a pezzi importanti della maggioranza.

Infine, a dire il vero, c’è sempre l’opzione Canigola, che in questi anni ha lavorato molto per il territorio e poco per sé. Ma qui il primo a non aver mai davvero chiarito la propria volontà è il Pd. Che si siede al tavolo con Calcinaro, sapendo però che prima di qualunque accordo, per convincere anche le figure più critiche della coalizione che supportò Interlenghi sulle scelte politiche del sindaco di Fermo, ci deve essere un avvicinamento reale del primo cittadino all’area moderata di sinistra. Magari con un possibile rimpasto in Giunta.

Un crogiuolo di posizioni in cui, stringendo, c’è una sola vera certezza: senza i voti di Fermo nessuno verrà mai eletto. Non ha forza il centrodestra, che con Montegranaro ha messo più che altro a segno un colpo simbolico; non ce l’ha il centrosinistra, che non controlla neppure più le proprie amministrazioni, basti pensare all’ala centrista di Vesprini e Catalini a Porto san Giorgio.

Per cui, dato che non avrebbe senso eleggere come presidente della Provincia il sindaco del capoluogo, che è già alla guida della conferenza dei sindaci, resta una sola domanda: chi vuole Calcinaro come presidente? La Canigola, con una rivisitazione delle deleghe, un vicepresidente dato ai piccoli ma la certezza di controllare poi Ata rifiuti e Steat da maggio con la scadenza di Alessandrini; l’amico Tano Massucci, che quel posto lo punta da anni e lo accetterebbe senza esitare; il nome forte del centrodestra, magari Ortenzi da Montegiorgio, con un definitivo spostamento dell’asse politico del capoluogo.

Percorsi che hanno, in ogni caso, degli ostacoli. Percorsi che il sindaco di Fermo, però, non può sviare, perché mai come questa volta è lui a dare le carte, anche se gli altri pensano di potersela giocare. Ma in fin dei conti, al tavolo tutti possono pensare di vincere bluffando.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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