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Mannion basta e avanza: Varese vince a Pesaro. Il quarto periodo di Buscaglia è un incubo

23 Dicembre 2023

PESARO – Incredibile Nico Mannion. Ma incredibile come la Carpegna Prosciutto sia riuscita a perdere contro Varese una partita che aveva in mano. Ci ha messo del suo coach Buscaglia, inutile negarlo. Anche se poi, chi sbaglia tiri e perde palloni in campo sono i giocatori. Ma se sul 59-53, l’allenatore decide di togliere un ottimo Ford per non metterlo più, un problema gestionale c’è. E così Visconti, che non aveva brillato, ma in un ultimo quarto giocato non bene dai suoi, Buscaglia non gli dà neppure una chance. Tanto su cui riflettere dopo una partita che invece aveva offerto anche dei bei momenti.

LA PARTITA

Il primo canestro del delicato match contro Varese è di Andrea Cinciarini che sente la sfida diretta con Nico Mannion, il folletto appena comprato dai lombardi, bisognosi di un po’ di fosforo. Virata a centro area con appoggio di sinistra per far capire che la musica, in casa, è cambiata. Di solito la Carpegna Prosciutto parte piano, ma il play detta i ritmi e Bamforth apprezza. La guardia americana è il giocatore più continuo dei primi due quarti ed è anche l’unico di Pesaro che segna da tre punti.

Eppure, nonostante le mani fredde dalla lunga distanza, la VL tiene il comando. Dal 7-11 inziale, frutto di un paio di flash di Varese, il match è controllato dagli uomini di Buscaglia. Il motivo è semplice: buone conclusioni, spesso ragionate. Vedi i tiri dalla media di Totè, frutto del penetra e scarica di Cinciarini, o le schiacciate al volo dl lungo, grazie all’ottima visione di Bamforth. A questo si aggiunge un ulteriore passo avanti di Ford che non ha paura di attaccare il ferro.

Non bello da vedere l’americano, ma ha la capacità di non fermare il movimento dopo i contatti e i falli, cosa che l’ha mandato spesso in lunetta dopo aver segnato grazie all’amica tabella. Manca all’appello per due quarti Bluiett. L’ala è il giocatore più in difficoltà, non ha ancora una posizione e anche Cinciarini non ha capito come servirlo. Tanto che il 5 si costruisce tiri da ‘4’ muovendosi spalle a canestro, ma  evidente che è solo un modo per coprire l’insicurezza al tiro.

Palla persa dopo palla persa, Mannion a volte accelera di piedi, altre di mano e manda fuori giri i compagni, Varese precipita fino al -12, 41-29 al 17’, merito delle triple di Bamforth e del controllo dei tabelloni dei lughi pesaresi. Basta dire che all’intervallo lungo la VL ci arriva con otto rimbalzi in attacco contro l’unico preso da Varese. La differenza è che se Cinciarini fa un errore, lo dimentica subito e nell’azione dopo regala un assist o ci riprova a segnare. Mannion, invece, arrivato da poche ore, ancora non ha questa capacità, anche se il coach lo premia con tanti minuti in campo. E alla fine Mannion lo ripagherà con gli interessi.

Dalle stelle alle stalle

Il terzo periodo sembra un sogno. Perché Pesaro, complice il terzo e quarto fallo nel giro di trenta secondi di Brown, miglior realizzatore di Varese, ingrana la quinta. Prima un rimorchio di Totè, poi una tripla di Bamforth che manda a spasso Hanlan con una finta e palleggio incrociato (55-40). Finita, pensano tutti, anche per come sono arrivati i canestri: nessun colpo di fortuna, tutti costruiti e spesso pensati. Ma come spesso accade in questa stagione, si annebbia la vista di Cinciarini e compagni. E nel basket questo può costare caro. Tre errori in attacco dei giallorossi targati Carpegna Prosciutto, tre triple per i lombardi.

E si ricomincia da capo. Il primo sussulto di Bluiett evita il peggio e tiene Pesaro avanti, ma Librizzi, il giovane prodotto delle giovanili di Varese, dà ai biancorossi quella grinta che sembrava mancargli.

Nell’ultimo quarto Mannion si sveglia, Tambone prosegue la sua impalpabile partita e Buscaglia sceglie di continuare senza Ford, che forse era stato il miglior lungo fino a quando è stato in campo. A quanto pare non per il suo coach che insiste con Mazzola che non segna mai.

Varese ringrazia, Tambone di Mannion vede solo il retro della testa e minuto dopo minuto si consuma il suicidio della Carpegna Prosciutto. Ci si mette anche la sorte, perché la tripla che chiude il match a un minuto dalla fine è pura fortuna. Ma sempre  bisogna provarci e Mannion in questo è maestro.

La squadra esce tra i fischi. Questa volta pienamente meritati, perché Varese non ha davvero nulla di più di Pesaro che invece di sognare le Final Eight, vincendo era ancora tutto possibile, e arrivare carica al match del 30 dicembre contro la Virtus, si ritrova più vicina al penultimo posto. E per fortuna che Brindisi ha perso una gara già vinta con Scafati.

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