*Si può leggere in tanti modi la situazione politica di Fermo. Il capoluogo si è, dopo dieci anni ovattati e silenti, improvvisamente politicamente acceso. E lo ha fatto confermando, in realtà, quanto già noto a tutti. Una realtà fatta di cambi di casacca, di rivendicazioni, di strappi, di accuse, di silenzi in aula da trasformare poi in frecciate sui social.
Eppure, ognuno dei protagonisti rivendica coerenza. Che è una parola bellissima, che non ha padrone e quindi bandiera.
Coerenza è quella che ha rivendicato l’ex presidente del Consiglio comunale di Fermo, Francesco Trasatti, dimettendosi. Coerenza nelle idee, a cominciare dalla questione Ivg, coerenza per affrontare il suo nuovo percorso politico che lo vede protagonista alle regionali e, in seconda battuta, alle comunali. Coerenza targata centrosinistra. Coerenza che lo ha allontanato definitivamente dal suo sindaco e compagno di avventure politiche e gli ha aperto le porte del blocco bisognoso di un volto forte a cui affidarsi.
Coerenza, però, è quella che rivendica il sindaco Paolo Calcinaro. La sua è una coerenza verso la città, “io lavoro per Fermo e andrò in regione per Fermo”. Una coerenza, però, che ha di fondo una scelta di campo, perché, e questo è un fatto, nella corsa per la Regione non esiste il civico, c’è un centrodestra e c’è un centrosinistra. E Calcinaro ha scelto il primo blocco. È ancora coerente il civico Calcinaro? Se in Acquaroli ha visto il miglior partner per far crescere il Fermano, allora è coerente. Ma è una interpretazione molto spinta.
Di certo il sindaco è coerente con il suo modo di comunicare. Ha scelto il silenzio in aula di fronte alle dimissioni, con critiche dure di Trasatti nei suoi confronti, ma poi, proprio come immaginato dall’ex amico, si è espresso su Facebook. Incamerando i consueti like e commenti al vetrioli sul malcapitato contestatore. Giusto o sbagliato? E' così da sempre e a lungo è andato bene a tutti i compagni di viaggio.
Coerenza, quindi, in un modo o nell’altro dentro il Consiglio comunale. Quella che rivendicano Lucci e Giacobbi, due consiglieri di Fermo che hanno votato contro la mozione sull’interruzione volontaria di gravidanza, rivendicando entrambi il diritto all’obiezione di coscienza e alla difesa del nascituro. Sorvolando, però, sul dovere di rispettare la legge da parte del sistema sanitario pubblico fermano.
È complessa la coerenza, parola bellissima che forse merita assise migliore di quella di Fermo. “Fedeltà di una persona ai propri principi, conformità costante (termine che non si può omettere, ndr) tra le sue parole e le sue azioni”. Chi dei citati protagonisti si ritrova davvero nella definizione che dà De Mauro nel suo vocabolario?
*direttore www.laprovinciadifermo.com