*Cosa vogliamo per il Fermano dal punto di vista infrastrutturale? Possibile che questa sia la domanda ricorrente da vent’anni e non abbia trovato la sua soluzione?
Il problema vero è che tutti hanno una risposta, ma non la politica. E questo genera confusione, annebbia i pensieri, lascia spazio alla pancia.
Sembra incredibile, ma passano i decenni e l’unico tema che riguarda il sud delle Marche è l’ampliamento della terza corsia dell’A14. Con l’arrivo della Giunta Acquaroli, il territorio più disagiato sembrava avere fatto un importante passo avanti. Sembrava, perché poi tutto si è arenato in fase progettuale, il monto in cui quello che servirebbe è solo ‘la scelta’.
Purtroppo non siamo al draft Nba e le idee dichi ha la forza per prendere il migliore non sono definite. E così, la palude generata dai dubbi e dai portatori di pensiero si fa sempre pi profonda e coinvolgente.
La verità è che i tre grandi possibili progetti hanno tre padroni diversi: il primo è Società Autostrade, ovvero un ‘privato’; il secondo le Ferrovie Italiane; il terzo l’Anas - lo Stato. Chi ha soldi a disposizione per questo lembo d’Italia? E soprattutto chi decide che qui vadano messi?
Il tempo che passa rende la questione A14 sempre più debole. L’hanno capito tutti, basterebbe chiudere i cantieri attuali, incubo da anni di ogni viaggiatore, in primis per i lavoratori, per migliorare il quadro. Lo ha detto bene il presidente dell’Ance Marche, ovvero costitutori, un paio di mesi fa: se mai si facesse, ci vorranno 15-20 anni e le auto saranno meno, forse useremo solo mezzi elettrici, così come diminuirà la popolazione. E allora? Meglio la ferrovia, ma a livello di alta velocità ancora non siamo parte del progetto di espansione nazionale, nonostante le indicazioni dell’Europa.
Il top, a questo punto, sarebbe puntare sulla Mezzina, ovvero la strada alternativa che permetterebbe di non entrare in A14, di servire al meglio le aree interne e di sgravare l’Adriatica. Il tutto senza massacrare il territorio fatto di colline e campi coltivati come accadrebbe con l’arretramento di tutta l’A14. L’hanno capito anche i pasdaran dello spostamento, che da qualche tempo abbiano binari e cemento per rendere la pillola più dolce. Come se le due infrastrutture dovessero per forza essere costruite insieme.
Insomma, servono visione, idee, volontà politica. Quella che da qui al 2032, data di chiusura del masterplan regionale, non c’è. Ma neppure a livello locale, visto che la lentezza delle decisioni dà voce a tutti. Democrazia? Forse, più che altro confusione, quella che nasce in un paese senza visione. il tutto non fa altro che generare lentezza, pensieri annebbiati, dubbi. In una parola, lo stallo.
*direttore www.laprovinciadifermo.com