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Il tempo e il senso di impotenza

15 Marzo 2020

Per generazioni di uomini e donne cresciute con la convinzione di poter superare ogni ostacolo, questi giorni sono ancora più complicati. Combattere contro un nemico sconosciuto rende impotenti, toglie anche quelle piccole certezze date dall’intelligenza, dallo studio.

Ogni persona ha provato a costruirsi il suo fortino, basandosi su quello che gli dava più tranquillità. Il problema è che ogni sovrastruttura sta crollando: non ha colpito solo i cinesi, non colpisce solo gli anziani, non si ferma al nord dell’Italia.

L’ultimo aiuto lo si era chiesto al tempo, di solito alleato fedele di chi sa di avere in mano la tecnologia, la scienza. E invece, anche quello si sta dilatando. Ed ecco la grande sfida per l’uomo, per ognuno di noi: accettare che la soluzione non ci sarà domani, ma che ci vorrà tempo.

Quanto? Non lo sappiamo. La speranza è racchiusa nei limiti dei decreti, ma il Coronavirus non segue le direttive di Conte, come non ascolta la Merkel o il ritardatario Macron. Quello che però è certo è che se il tempo lo si guarda passare dalla finestra, visto che il virus non si muove con l’aria ma con le persone, sarà meno pericoloso.

Il Covid-19 non ha più barriere. Un 42enne pesarese, da vent’anni giocatore di basket di serie A, ha postato la sua foto sui social dal letto d’ospedale attaccato all’ossigeno: “Ho la polmonite, sono una persona giovane e spero di guarire, ma ieri al pronto soccorso ho visto passare 50 anziani, tutti con problemi respiratori. Impressionante. Vi dico solo una cosa: rispettate le regole”.

Per quanto? Non è questa la domanda. Non siamo padroni del tempo, non oggi, non domani. E questo, a noi figli di Chronos, ci fa paura. Siamo di fronte a un foglio bianco che non possiamo scrivere. Ma possiamo evitare di dare al Coronavirus quello che chiede: il nostro corpo come veicolo di morte. Perché si muore, e tanto. E non so a voi, ma io con i miei genitori ci sto bene e tanti con i loro nonni, per cui non credo che se muoiono 80enni, ma si ammalano e finiscono in terapia intensiva anche i giovani, ci si possa sentire meglio.

Nell’era della fretta bisogna avere pazienza. I numeri peggioreranno. Impotenza? No, necessità di tempo, quello di Kairos, quello della responsabilità. Usiamolo al meglio, stiamo a casa, non regaliamo anche il nostro unico alleato, il tempo, al nemico invisibile.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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