PORTO SANT’ELPIDIO – Poche giorni fa sono state effettuate le prime prove di sabbiatura su quello che rimane della cattedrale dell’ex Fim. E, da quanto emerge, avrebbero dimostrato l’impossibilità di abbinare il mantenimento dello scheletro con una corretta bonifica. I risultati delle indagini sanno comunque valutati quanto prima dalla conferenza dei servizi.
Nel mentre, però, l’eventuale demolizione del manufatto industriale continua ad avere dei determinati oppositori guidati da Legambiente.
“Non dobbiamo mai dimenticare – spiegano i membri del coordinamento associazioni per ex Fim – quello che è accaduto il 21 marzo del 2018 quando in consiglio comunale è stato approvato l’accordo di programma che ha aumentato l’edificabilità da 22mila e a 33mila mq”.
Tutto questo, secondo Legambiente e gli altri, ha accelerato la volontà della proprietà di abbattere la Fim con l’avvallo della politica. “Ogni ente cerca di risolvere la questione, partendo dal dato che la cattedrale no sia un bene monumentale vincolato. Ma in realtà – precisa Legambiente – l’ex Fim ha un vincolo sigillato dalla legge e che i progetti attualmente in vigore non prevedono ulteriori abbattimenti, ma la conservazione di quanto rimasto. La valutazione sull’inquinamento non cambia il valore di legge, i risultati delle attuali analisi servono solo per capire come intervenire”.
Per il coordinamento “se la Cattedrale non è inquinata basta un semplice restauro, se lo è occorre una messa in sicurezza. Chiediamo agli enti preposti di ricordare le loro funzioni e competenze, ma noi non stiamo vedendo movimenti in tal senso. Piuttosto chiedano la bonifica del terreno alla proprietà”.