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25 aprile, Fermo si compatta. "Qui per ricordare la nostra matrice antifascista". Scipioni: riscopriamo la parola pace

25 Aprile 2024

FERMO – “Siamo qui per ricordare la nostra matrice antifascista, siamo qui per ricordare come il 25 aprile sia una giornata con cui la nostra nazione ricorda la lontananza e l’aberrazione rispetto al nazifascismo, parliamo dell’Italia antifascista e questo è un punto fermo e intoccabile”. Chiaro e semplice Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo, nel suo intervento nel giorno della Festa della Liberazione. Come sempre, tutti in piazza del Popolo per deporre la corona di alloro. E anche, per chi ha voluto, firmare la petizione della Cgil contro la precarietà del lavoro.

Al suo fianco tutte le istituzioni il presidente dell’Anpi provinciale, Paolo Scipioni. Non c’è più purtroppo Mario de Benedictis, il partigiano morto a maggio che è sempre stato in prima linea per ricordare con il suo volto e le sue parole il sacrificio di tanti giovani che scelsero di stare dalla parte giusta e di lottare per la libertà di ogni cittadino.

“Il 25 aprile è una data importante per noi che viviamo nelle istituzioni, è un simbolo, è l’inizio della ritirata dei nazisti, del regime fascista, come ogni atto che viene riconosciuto come simbolo per la storia passata va consegnato ai giovani che sono oggi cittadini di questa Repubblica. Molte persone – ha aggiunto il prefetto D’Alascio - sono morte per darci una nuova idea di società che è stata trasfusa  nella nostra costituzione”.

Sono passati 79 anni e il ricordo non deve mai affievolirsi. Scipioni ricorda a tutti che “lo scorso anno la presidenza della Repubblica ha conferito alla provincia di Fermo la medaglia d’oro al merito civile per la resistenza civile, per l’accoglienza e l’umanità”. Una provincia segnata anche dagli Imi, gli internati militari italiani: ben 600 furono i fermani che scelsero di non combattere e sono stati portati nei campi di concentramento tedeschi” aggiunge il presidente Anpi.

Una resistenza, quella fermana, accompagnata dalle note del violino di Annio Giostra, dai gesti eroici di Donzelli, Corradetti e Bruno Recchioni, a cui è dedicato lo stadio. “Dobbiamo fare i conti col nostro passato. Nella Costituzione è stato ribaltato il fondamento valoriale della nostra società, non c'è più un uomo solo al comando, c'è una collettività che discute delle problematiche. La guerra è uno strumento che non funziona, dobbiamo conoscere la parola pace non solo alla fine dei conflitti, bisogna arrivarci molto prima” prosegue.

Lo ascolta Michele Ortenzi, che la provincia medaglia d’oro la guida: “Tante donne e tanti uomini aprirono le loro case, salvarono persone, accolsero e combatterono. L’augurio è che questa festa sia sempre più riconosciuta e vissuta da tutti gli italiani, pare che quattro italiani su dieci non conoscano la storia e il valore di questo giorno. La politica tende a farci dividere su questo, bisogna cercare il senso più vero della nostra storia. La parola rende uguali, studiamo perché così nessuno può fregarci”.

E questo lo sanno bene gli alunni che hanno preso parte alla cerimonia, in testa quelli dell’Isc Pagani di Monterubbiano che hanno incantato tutti con il monologo sui ‘fiori per la pace’.

Calcinaro ha raccontato anche un episodio di famiglia: “Un mio parente, Rismondo Borsoni, fu uno di quelli che no si unì dopo l’armistizio. Scappò dalla Grecia e si unì all’esercito di liberazione. Combatté a Cassino. Ricordiamo le tante persone semplici, senza istruzione ma forti dei valori. Non abbiamo bisogno di un 25 aprile di cortei e assalti, pur restando vicini ai popoli che oggi stanno soffrendo”.

Alla fine della cerimonia sono stati consegnati i premi dedicati ad Ada Natali, partigiana e prima sindaca d’Italia a Massa Fermana alla presenza della pronipote Fabrizia Maurici. Ha vinto la Nardi del dirigente Vespasiani con il progetto della terza Media Montessori guidata dall’insegnante Marianna Cinti. Per loro un viaggio d’istruzione a Roma, alle Fosse Ardeatine grazie alla sponsorizzazione della Coop.

“Spetta a noi studiare e conoscere il passato, non è trascorso neppure un secolo eppure il nostro paese sembra aver dimenticato quello che il fascismo ha provocato. Quello di libertà non è un concetto banale, è essenziale continuare a ribadire idee e valori, proteggere la democrazia, un futuro che sia migliore del presente. Ora e sempre orgogliosamente antifascisti” la chiosa finale di Greta Lattanzi, del collettivo Noisette.

Editoriale 25 APRILE, BASTA LA TRECCANI

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