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Coronavirus, super multe per chi non rispetta le regole

30 Marzo 2020

Nei giorni dell’emergenza sanitaria, andare a zonzo senza motivo legittimo, invece di stare a casa e uscire solo in caso di comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza o situazione di necessità - a seconda si tratti di spostamenti fuori o dentro comune -, motivi di salute, cosa comporta?

Prima del 25 marzo ciò significava pagare 103/00 euro di oblazione per estinguere il reato di cui all’art.650 c.p., inosservanza dei provvedimenti dell'autorità, e scongiurare l’arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 206 euro.

Ora con l’art.4 del Decreto Legge n.19 del 2020, n. 19 e viste le “prime disposizioni operative” del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Prot.n.300/A/2416/20/115/28 del 27 marzo 2020, ciò comporta dover pagare entro e non oltre (non 5 ma) 30 giorni (fino al 31 maggio) dalla contestazione o notificazione, una multa di 280/00 euro o di 373/34 euro, a seconda che si venga colti sul fatto, senza o con un veicolo.

Una depenalizzazione in forza della quale, chi è già incorso nella trasgressione penale prima della riforma, risolve il tutto con l’illecito amministrativo, pagando la somma di euro 200/00.

Con il nuovo decreto la sanzione amministrativa va da euro 400/00 a euro 3.000/00, con aumento di 1/3 in caso di utilizzo di veicoli (533/33 – 4.000/00 euro), e se pagata entro e non oltre 60 giorni dalla contestazione o notificazione si deve il minimo edittale.

Pure che l’attività di accertamento e contestazione dell’illecito amministrativo è immediata, i termini di pagamento sono sospesi fino al 3 aprile 2020 e l’irrogazione delle sanzioni è sospesa fino al 15 aprile 2020, tutto salvo ulteriori proroghe.

Chi comunque paga prima del 3 aprile paga bene e chi invece preferisce ponderare l’accaduto e difendersi da un accertamento che reputa illegittimo dal 15 aprile avrà 30 giorni per presentare scritti difensivi al Prefetto o al Presidente di Regione o al Sindaco, nel rispetto delle competenze di ciascuno ad emanare la misura di contenimento contestata.

Il Governo ha dunque preferito sgravare di lavoro la Procura della Repubblica, che sin da subito si libera di circa 110.000 verbali, tanti quanti sono i soggetti accertati in violazione dell’art. 650 c.p., e il Tribunale penale per interessare la Prefettura (e Autorità Locali) dei procedimenti amministrativi e il Giudice di Pace dell’eventuale contenzioso.

Questa distribuzione dei carichi di lavoro, insieme ad una a mio avviso improvvida depenalizzazione, che peraltro non solo non prevede sequestro e confisca del veicolo, misura realmente afflittiva, ma addirittura riconosce lo sconto 30% al trasgressore che ha disponibilità di pagamento, beneficio che il codice della strada non consente nei casi di illeciti stradali più significativi, rischia di essere una scelta pericolosa per la diffusione del contagio.

In piena pandemia tutti a stigmatizzare severamente chi a dispetto della sicurezza propria e altrui se ne va in giro liberamente fuori casa e poi la considerazione che ne dà il Governo è che questa condotta è meno pericolosa di quella di chi commette un eccesso di velocità sopra i 40 km/h o non si ferma all’alt di un posto di blocco.

Aumentare l’importo a carico del trasgressore da 103/00 a 280/00 o 373/34 euro significa fare cassa, incentivando le condotte trasgressive e quindi i rischi di contagio, trattandosi di importi non gravemente impegnativi per i più e che soprattutto lasciano indifferenti i più ricchi e i nullatenenti.

In piena emergenza sanitaria è tragicamente sbagliata la scelta politica di abbassare la guardia. Comunque in difetto di sanzioni efficaci, io resto a casa per convinzione e responsabilità: mi auguro lo farai anche tu.

Avv. Andrea Agostini

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