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C'era una volta il Covid, anzi c'è: date e norme da ricordare

22 Marzo 2022

Il 17 marzo il Governo ha messo mano al decreto legge di superamento della pandemia, testo ancora oggi non pubblicato in gazzetta ufficiale, ma ampiamente spoilerato.

Il 31 marzo cessa lo stato di emergenza Covid-19 e con esso i poteri emergenziali del  Capo della Protezione civile cui però vengono attribuiti poteri per gestire il rientro alla normalità e il Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19 diviene un’Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia, che si coordinerà con il ministero della Salute finché questo non subentrerà nelle funzioni con il 1° gennaio 2023.

Nel rientro alla normalità le date da ricordare sono 1 aprile, 1 maggio, 15 giugno, 30 giugno:

1 aprile

  • fine del sistema delle zone colorate;
  • le capienze degli impianti sportivi all’aperto e al chiuso tornano al 100%;
  • via il green pass dai luoghi all’aperto, da bus e metro, da uffici pubblici, negozi, banche e poste, tabaccaio, ma negli stadi e ai concerti e nei trasporti di lunga percorrenza vi è obbligo di mascherine Ffp2 e nei luoghi di lavoro sussiste l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie aeree;
  • over 50 al lavoro con green pass base (tampone negativo);
  • a scuola via la quarantena da contatto;

1 maggio

  • via green pass e mascherine nei luoghi al chiuso, eccetto ospedali e rsa;

15 giugno

  • via obblighi vaccinali, eccetto sanitari;

30 giugno

  • via regime semplificato smart working

Questa la road map, ma le contraddizioni non mancano.

Il bollettino Covid dice che l’incidenza dei contagi sale mentre sono sostanzialmente stabili di dati di ricoverati e morti, ciononostante si è deciso il rientro alla normalità.

La situazione però è questa da tempo e allora perché non si è provveduto prima a dire addio al green pass?

Il 1 maggio si avrà il liberi tutti, via green pass e mascherine, misure che invece pochi giorni prima pregiudicheranno la vita sociale ed economica del Paese in momenti fondamentali di ripartenza, come la Pasqua e il 25 aprile, quale il senso?

Soprattutto come si può chiedere all’ingresso al ristorante fino al 1 maggio il green pass rafforzato all’italiano quando allo straniero sarà sufficiente quello base ossia il tampone negativo? Il covid-19 distingue forse al ristorante tra italiani e non?

Ma soprattutto da un punto di vista giuridico, se il 31 marzo cessa lo stato di emergenza quindi per definizione dovrebbero venire contestualmente meno in pari data discipline speciali e poteri straordinari, come si possono procrastinare oltre misure di contenimento?

La logica prima del diritto dice che se cessa lo stato di emergenza non possono aversi attribuzioni speciali di rientro alla normalità.

Cessata l’emergenza, è già normalità (o almeno così dovrebbe essere).

Avv. Andrea Agostini

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