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Orizzonte artigiano, Caranfa: formazione, giovani e lavoro, ecco cosa fare

11 Ottobre 2023

*Il lavoro c’è ma non si trovano addetti. La scarsità di manodopera penalizza la capacità produttiva delle aziende: per chi fa impresa oggi è il primo problema, una situazione che impatta gravemente sulle attività, senza dubbio complessa, da affrontare seriamente e lontano dai luoghi comuni.

Le imprese denunciano carenza di candidati, assenza delle competenze richieste, oltre all’indisponibilità ad accettare le condizioni di lavoro offerte.

Il profondo cambio di paradigma attualmente in corso ci impone di trovare soluzioni per colmare il profondo gap tra mondo del lavoro e aspettative nutrite dai potenziali candidati, oltre che a lavorare seriamente per realizzare le condizioni, quali welfare, servizi, infrastrutture, che permettano alle competenze che ancora ci sono di restare sul territorio.

Senza dimenticare che il tipo di figure professionali richieste dal tessuto economico e produttivo locale/territoriale non corrisponde ai desiderata dei giovani e giovanissimi studenti, che guardano all’universo del manifatturiero come era una volta, ad un ambiente di lavoro poco moderno, non accattivante né incentivante, con scarse prospettive di crescita, quando invece il settore si è molto evoluto.

Dobbiamo essere consapevoli che oggi non sono più solo le imprese a scegliere i lavoratori più adatti alle loro esigenze e i dipendenti più preparati, ma sono i lavoratori ad auspicare di scegliere l’azienda che più gli interessa per ottenere un lavoro maggiormente gratificante.

Per il mondo imprenditoriale diventa quindi strategico aumentare la propria capacità attrattiva. Questo innesca dinamiche nuove, azioni da mettere in campo che sappiamo essere complesse e anche costose, che possono mettere in difficoltà aziende più piccole e con meno risorse da investire.

Tra i fattori determinanti la scarsità di manodopera c’è la perdita di attrattività di alcune professioni, come il lavoro artigiano e quello manifatturiero in generale: come si può quindi incidere per imprimere un’inversione di rotta che sia contemporaneamente crescita della competitività per le imprese e aumento del benessere del Paese?

Si parta dall’analisi del fallimento delle politiche attive di qualificazione e collocamento, visto che i centri per l’impiego intermediano meno del 2% dei reclutamenti, e delle condizioni contrattuali ed economiche.

La CNA è tra i principali attori in gioco, insieme al sistema pubblico e alle imprese stesse, e può partecipare ad una fondamentale analisi dei fabbisogni, grazie alla rilevazione costante e sistematica dei profili e delle competenze che la nostra attività quotidiana ci consente.

Inoltre, partecipiamo alla programmazione della politica di istruzione e formazione sul territorio e, aspetto che sta assumendo sempre maggiore importanza e centralità e sul quale come CNA Fermo puntiamo molto all’attività degli ITS, con l’obiettivo di tarare al meglio i progetti formativi e diffondere la cultura di impresa già dall’istruzione primaria e secondaria.

Infine, CNA è in grado di facilitare l’acquisizione e l’aggiornamento di specifiche competenze dei lavoratori in linea con la domanda raccolta tra gli associati ed agire attraverso il nostro ente di formazione accreditato, potendo contare sulle risorse di Fondartigianato e su quelle regionali.

*Andrea Caranfa, Direttore Generale CNA Terr.le Fermo

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