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Steat, la verità di Alessandrini: "Conti in ordine, i debiti sono investimenti. Ceroni svende il parco. Vendere Santa Lucia? Prima la variante"

6 Aprile 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – Fabiano Alessandrin, lei ha guidato la Steat per 14 anni e fino a pochi mesi fa. Ma i conti sono così disastrati come dice il nuovo presidente Remigio Ceroni?

“Mi auguro che l’onorevole Ceroni incominci a lavorare seriamente per la società oltre che come consulente dell’assessore regionale ai Trasporti, Goffredo Brandoni”.

Capito, ma come sta l’azienda?

“Se da ex sindaco avesse letto le relazioni dei bilanci, essendo un socio, saprebbe. Abbiamo avuto una gestione sana e attenta, ma pur sempre con deficit derivanti da uno storico da cui siamo partiti”.

Quindi problemi atavici?

“C’è da sempre una sottocapitalizzazione a cui si è aggiunto il basso trasferimento di fondi dalla Regione, avendo i corrispettivi chilometrici e i chilometri più bassi tra le province”.

Lei si promuove?

“Ho preso l’azienda con un capitale sociale quasi eroso e l’ho portata a ricevere premi. Ma sia chiaro, essendo sottocapitalizzati, non resta che lavorare con l’indebitamento. Del resto gli autobus vanno cambiati”.

Quindi perché Ceroni parla di maxi buco?

“Se la narrazione di Ceroni è corretta, lo invito a portare i libri in tribunale. Perché se davvero ci fosse stata una mala gestione, qualcuno deve rispondere: penso al presidente del Cda, ai revisori, al ragioniere che firma i bilanci.  Se non è così, magari in tribunale ci andrò io. Perché capisco le furbizie del politico, ma da presidente della Steat bisogna essere tecnici”.

Uno dei nodi è il parco di Montecacciù, che per molti è stato il suo fiore all’occhiello. Operazione sbagliata?

“All’epoca la provincia di Ascoli fu l’unica componente a ricapitalizzare con il parco, stimato 750mila euro. Non aderì alcun comune, tranne Monte Urano e Sant’Elpidio a Mare. Oggi è lui il primo a chiedere ai sindaci di ricapitalizzare, come cambiano le mosse in base al ruolo. Il valore al tempo fu stabilito da un perito, noi avevamo anche chiesto al Comune il cambio di destinazione per una vecchia struttua all'interno in turistico-ricettiva per aumentare il valore. Oggi sul sito della Steat compare la vendita alla metà del suo valore, qualche dubbio mi viene. Quella è in ogni caso un’area edificabile, è un’Asa, ci si può fare una struttura sociosanitaria. Quindi…”.

Alessandrini parliamo degli otto milioni di debiti?

“Un modo scorretto di leggere i numeri. Bisogna parlare anche di patrimonio netto, che era di 2,7 milioni, di fondo rischi, 700mila euro accantonati, di valore del materiale rotabile, 7 milioni, del valore dei depositi (Fermo, Porto Sant’Elpidio, Piane di Falerone e l’area di Pedaso). Per cui, più che di debiti bisogna parlare di investimenti. Non abbiamo mai preso soldi per azioni di ruotine, perché il bilancio operativo era a posto. Abbiamo preso soldi per fare investimenti con un’attenta programmazione.  Noi abbiamo sempre valutato la capacitò di restituzione, ovvero di coprire le rate. E questo grazie al bilancio”.

Investimenti, quali?

“Ceroni dovrebbe dire che il rinnovo dei pullman Euro 0 e 3, è dentro quegli otto milioni. Se vogliamo è quel debito a confermare la salute della Steat, altrimenti nessuna banca finanzierebbe. Il mio timore è che le parole del presidente attuale minino questa credibilità”.

E poi ci sono i premi?

“Sono andati tutti alla gestione del Bilancio. Penso, per citarne due, a quello ricevuto dalla facoltà di Economia della Politecnica e a quello della Luiss insieme con il Sole 24 Ore. Merito di un lavoro di squadra di quella che, ricordo, non è una semplice partecipata, ma una controllata. Il che significa organi di controllo e vincoli maggiori che mi fanno dire che non abbiamo crediti inesigibili”.

Quindi secondo lei la Steat ha capacità di azione?

“Se magari evitasse di svalutare da sola il patrimonio, come fatto con il parco. E poi, se uno non ha i conti in ordine non passa da tre a cinque il Cda, come fatto ora, e neppure divide le società dando la presidenza della Trasfer, che è a maggioranza pubblica, a un presidente privato, considerando che di statuto già quella parte ha il vice. E lo dicono nutrendo grande stima per il neo numero uno della Trasfer, che potrebbe anche intervenire in merito alla polemica sui bigliettai, che voe fortemente. E che io condivisi, perché ha permesso di aumentare i ricavi e per alcuni anni anche recuperi di 300mila euro che hanno reso la scelta vincente. E ricordiamo sempre che parliamo di lotta all’evasione”.

Otto milioni di debito però sono davvero tanti, non crede?

“Intanto il debito si ridurrà di un terzo nel 2024 e della metà nel 2026. Se poi Ceroni vuole fare lo ‘svelto’ per dire va tutto male e rimettere tutto a posto in tre anni, non può pensare che siano tuti fessi quelli che ascoltano”.

Il deposito di Porto Sant’Elpidio è davvero stato costruito più basso?

“È una favola. Il deposito, cofinanziato dalla regione, è servito per accorpare il servizio delle due città elpidiensi a livello di Tpl. Ci spostammo il gran turismo dopo una frana a Santa Lucia. I doppi piani ci entrano, basta scaricare il gas degli ammortizzatori”.

Infine Santa Lucia.

“Ceroni racconta una storia incredibile, paventando che io sarei dovuto andare a minacciare il direttore del demanio di un contenzioso, perché così mi avrebbe venduto direttamente l’area. Credo che dire una cosa del genere abbia dell’incredibile. A parte che con il demanio abbiamo dialogato a lungo, con Nella Brambatti partì la procedura del federalismo demaniale per provare a comprare l’area, poi Calcinaro ha fatto cadere il processo e quando si è arrivati alla possibilità di acquisto. Il Demanio voleva 1,1 milioni, ma per darlo al comune mise una base di 600mla euro. Perché non è avvenuto? Ceroni lo chiedesse a Calcinaro. noi ci siamo trovati all’asta. Un errore? Non sapevamo dove andare. Perché l’area che miracolosamente Calcinaro mette a disposizione gratuitamente, o per quote della Steat, non era mai apparsa negli anni precedenti. E comunque fare il deposito nuovo costa dai 3 milioni di euro in su”.

C’è già un acquirente secondo lei per Santa Lucia?

“Magari incasserà anche più di quanto lo abbiamo pagato. E allora proprio non sarebbe stato un errore. Visto che la stima fatta dalla GSI per Alba leasing era di 1,6 milioni, quindi siamo stati nei parametri. Se la vuole vendere, è una scelta politica. Almeno Ceroni dica al comune di Fermo, che mi pare la sua ombra, di fare la variante prima della vendita. Almeno il valore per la società pubblica cresce. Poi se il privato vorrà farci un supermercato, farà lui”.

In conclusione, debiti da investimenti?

“Senza ombra di dubbio. Il bilancio operativo è buono. Forse quest’anno chiuderà con 200miila euro di deficit, ma considerando caro carburante e rinnovo del contratto dei dipendenti, sarebbe un grande risultato. Vi invito a guardare i bilanci delle altre aziende di Tpl marchigiane e capirete che la Steat è stata gestita bene”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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