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Steat, tutto da rifare. Ceroni: "Otto milioni di debiti, autonomia a rischio. Ma sappiamo cosa fare: vendiamo Santa Lucia e il parco"

3 Aprile 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – Remigio Ceroni, presidente della Steat, finalmente parla dopo la nomina a luglio voluta dai soci, in primis Provincia e Comune di Fermo. Al suo finaco il Cda: Gioia Giandomenico, Simona Cardinali, Giovanni Balestrieri e Maurizio Laurenzi.

“La narrazione che avete avuto fino a oggi era di una società che andava a gonfie vele, ma non è così” sottolinea subito Ceroni con tono deciso. “Ma non estremizziamo, perché stiamo lavorando per raggiungere i risultati che cambieranno le cose”. Al suo ‘comando’ ci sono 115 dipendenti. Ma anche un maxi indebitamento e una strategia da ridisegnare completamente, a cominciare dalla ormai prossima messa in vendita dell’area Santa Lucia acquistata per due milioni di euro sotto la presidenza di fabiano Alessandrini.

COSA NON FUNZIONA

La prima parola è indebitamento, ovvero quello che si deve poi a ogni banca. “Complessivamente la società a luglio era indebitata di 8 milioni e 200mila euro, sul fatturato di 9 milioni”. Ovviamente il debito costa: “Paghiamo 153mila euro di interessi solo nel 2022”. In questo quadro cresce anche il costo dei contratti con il personale: “Da 4,3 milioni a 4,6. Un aumento di 286mila euro che si somma ai 580mila euro in più per il carburante”.

Altro nodo è la vetustà degli automezzi da rinnovare. “Per legge non posso girare Euro 2 ed Euro 3, poi prorogati”. E infine non c’è una sede degna per gli uffici: “Siamo in un seminterrato, forse per essere protetti se ci fosse una guerra. E poi il deposito con 115 mezzi che non è all’altezza”.

KM A BASSO COSTO

Un quadro a dir poco inquietante. “Non voglio criticare le precedenti gestioni, parlo con i dati e il fatto che il Tpl sia in difficoltà in tutte le Marche” prosegue Ceroni che mostra una slide sul fondo nazionale trasporti da 5 miliardi e la sua ripartizione con le Marche che prendono 71 euro per abitante contro i 140 della Basilicata e i 103 dell’Abruzzo. Basterebbe averne 81 come l’Emilia Romagna e arriverebbero 15 milioni di euro in più che sanerebbero ogni problema. “Abbiamo rappresentato la situazione alla Regione e abbiamo trovato nel Presidente e nell’assessore Brandoni grande disponibilità, anche per dialogare con il ministro Salvini. Nessuno se n è mai curato”. Le società hanno avuto un incontro con l’assessore per valutare l’uso dei fondi regionali “che devono crescere”.

Ogni provincia ha a disposizione 27 chilometri per abitante, Fermo invece 18,6. Considerando la popolazione che a Fermo è di 173mila abitanti contro i 207mila di Ascoli, Macerata 314mila, Ancona 471mila, si capisce l'impatto. E prende meno per km, 1,54 euro contro 1,59 DI Ascoli e 1,63 di Pesaro e Macerata. “L’assessore Brandoni ha assicurato che vedrà di fare in modo di dare qualche chilometro in più a Fermo. anche in prospettiva nuovo ospedale che andrà collegato. Fermo ha la metà dei km di trasporto urbano rispetto ad Ascoli, un quarto rispetto a Pesaro e Urbino. “Bisogna fare una battaglia generale, sapendo che la gestione non cambia in un giorno”.

ABBONAMENTI E BIGLIETTI

Negli anni secondo Ceroni non si è provveduto all’aumento necessario. “Il Covid ha ridotto il numero dei passeggeri, la gente aveva paura e ancora non siamo al numero pre pandemia”. Considerando che questa è una delle voci di entrata principali, si comprende il peso. Poi ci sono i due milioni di euro che arrivano dal noleggio autobus con conducente. “E su questo investiremo, ci permette anche di riconoscere degli extra ai dipendenti che hanno voglia”. Da qui nuovi acquisti, Solo che non si trovano autisti necessari per il piano id crescita.

La Steat investe anche negli scuolabus, fornendo servizi a comuni in difficoltà, soprattutto quando devono sostituire un mezzo. “Noi mettiamo a disposizione scuolabus nuovi e affidabili”.

I MEZZI

Sono stati rottamati bus che stavano sulla strada da 27 anni. “Noi vogliamo sostituire il 50% dei mezzi con Euro 5 e 6. Per queto abbiamo investito 7milioni in automezzi nuovi. Grazie a un fondo nazionale, via regione, otteniamo 5 milioni di contributo. 59 nuovi mezzi in totale di cui 16 a metano. 18 i bus presi nel 2022, previsti dal piano di chi c’era prima, 26 quelli che arriveranno nel 2023, otto gli scuolabus già cambiati con in più 2 mezzi da noleggio”. Un mix di nuovo e usato, come nel caso dei 4 da 18 metri che arriverebbero da un ‘concorrente’ di zona. “Al primo posto va la sicurezza e vorremmo che chi sale possa sedersi. Questo studiando al meglio le tratte”.

LE SCELTE ‘DISCUTIBILI’ DEL PASSATO

Santa Lucia su tutte. “Non abbiamo compreso la scelta dell’acquisto. Una proprietà quotata 600mila euro. Bisognava parlare con il Demanio e trattare, minacciando il contenzioso. Invece l’abbiamo comprata dicendo che non è neppure funzionale dopo un’asta per cui paghiamo un mutuo al 4% coni tassi all’uno per cento con tanto di ipoteca. E, ribadisco, per un’area non soddisfacente rispetto alle necessità della società”. Non entra nelle responsabilità dele istituzioni politiche, però, il presidente Ceroni, in particolare sulla scelta del Comune di non esercitare la prelazione. E ora? “Cerchiamo un’altra area con officina comoda”.

Bye bye quindi Santa Lucia. “Una parte delle risorse arriveranno dai bandi, che dobbiamo cogliere. Dall’altra con la vendita di Santa Lucia. Vediamo cosa il sindaco vorrà farci, quale possibile variante il consiglio comunale. Noi dobbiamo servire bene il territorio. Quindi vedremo, non dobbiamo fare utili. Con Fermo un’area l’abbiamo trovata, magari daremo in cambio un aumento di capitale. Sono ottimista”.

Il punto è che la società a fine anno produce debiti. “Il bilancio 2022 si chiude con un meno. Anche per colpa del parco di Monte Cacciù, che c’è stato rifilato dalla provincia di Ascoli per un valore di 900mila euro. E noi lo vogliamo vendere per fare liquidità, sapendo il suo prezzo reale (si parla della metà, ndr), senza artifizi. Anche perché costa 20mila euro di manutenzione all’anno”. Ci vorranno almeno tre anni prima di avvicinarsi a un ipotetico pareggio di bilancio.

Il rischio finale, se tutto non andrà a posto, è di essere comprati perdendo l’indipendenza. “Questo Cda non gioca, studia i problemi e va in cerca di soluzioni”. Nodo è anche il polo di Porto Sant’Elpidio. “Ci abbiamo investito 1,2 milioni in quel capannone e ci sono autobus gran turismo che non ci entrano. Questo non va bene, ma vogliamo continuare a usarla al meglio”.

PERSONALE

“Non licenziamo, anzi assumiamo”. Ceroni ha da gestire 1700 giorni di ferie del personale, pari a 200mila euro di spesa che diventa un handicap ulteriore sul bilancio. “Alcuni malumori sono determinati anche da questo, dal fatto che manca personale”. La figura più richiesta è l’autista, ma anche meccanici fuori bando per ridurre i costi di manutenzione.

“Un plauso al personale, che lavora bene. Ma di certo non si può più vedere la voce ‘incentivi all’esodo’, che in dieci anni ha impattato per 626mila euro. Così come rivedremo la spesa dei 256mila euro per i controllori che hanno prodotto solo 16mila euro di recupero evasione” conclude Ceroni che si attende un aiuto dai comuni, ma ricapitalizzare costa e per ora nessun sindaco sembra interessato.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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