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Senza pivot, ma con capitan Delfino. Il cuore non basta: la Vuelle ha la palla per vincere, ma è Trento a fare festa

4 Dicembre 2022

TRENTO – Pesaro non molla mai. Neppure quando in campo va senza il pivot titolare, Kravic, e il suo primo cambio, Totè. Ma non basta (79-75 il finale)

Il problema è che le gambe non hanno supportato per tutto il match la lucidità mentale. La Vuelle ha condotto a lungo, trovandosi a +6 a pochi secondi del terzo quarto. Poi qualcosa si è spento e Flaccadori ha inserito la quinta piazzando un 11-0 che stordisce i pesaresi.

Trento senza quasi accorgersene era in vantaggio (62-60). Lunghi minuti di apatia offensiva per la squadra di Repesa che non riesce a segnare. Ma non mollano in difesa i biancorossi, che hanno in Mazzola l’unico totem al centro dell’area, ben supportato però a rimbalzo dalla fisicità di Charalampopoulos.

Il punto a punto degli ultimi cinque minuti è la perfetta fotografia di una sfida tra soprese. Perché né Pesaro né Trento erano date ai piani alti a inizio stagione. Uno spareggio per restare con le migliori che i biancorossi purtroppo giocano senza lunghi, ma con un ritrovato capitan Delfino che ha saputo entrare in punta di piedi.

Non è un caso che dalle sue mani inizi l’azione che Mazzola chiude con una tripla fondamentale che riporta Pesaro a più quattro a una manciata di minuti dalla sirena finale. Il capitano dà serenità a tutti, lasciando però condurre il gioco a Moretti, che del gruppo in questo lungo periodo di assenza di Delfino è diventato il faro tecnico, quello che poi deve lasciar libero di correre Abdur Rahkman. Che però ogni tanto va fuori giri e Repesa non ci pensa due volte a farlo sedere in panchina, anche se mancano poco più di due minuti e Trento ha ricucito.

È il momento caldo del match, la mano dovrebbe tremare ma in lunetta Moretti è una garanzia. C’è bisogno di qualcosa di più, però, e Repesa dopo un minuto di ossigeno al cervello della sua guardia America lo rimanda in campo per il soldatino Gudmundsson.

La certezza è che una Vuelle al completo la partita l’avrebbe chiusa già nel terzo periodo. Ma cercare il meglio nelle difficoltà è un bell’esercizio per un gruppo che ha potenzialità, ma non deve fermarsi con la palla in mano a specchiarsi come fatto dal capitano a 90 secondi dalla fine, che poi ha anche sbagliato una penetrazione semplice.

Fortuna che Trento ha paura di vincere e così la palla della vittoria (76-75) ce l’ha Pesaro, mancano 20 secondi. Ma Moretti, che stava reggendo l’attacco della Vuelle da minuti, sfonda e si ritrova in panchina con cinque falli. Tre tiri liberi per Toto Forray, che non aspetta di meglio per diventare il match winner. Il play è implacabile e a 16 secondi fa volare i padroni di casa sul +4. Cheatham sbaglia la tripla e tutto finisce. Amaro in bocca, ma posizione tra le prime otto ancora salda.

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