SANT’ELPIDIO A MARE – Da un lato c’è l’amarezza, dall’altro la voglia di rivalsa. Di certo le parole di Alessio Pignotti, sindaco di Sant’Elpidio a Mare, e di quelle via social del vice Greci, non sono piaciuto a Pd e Noi Sem, le forze che hanno sostenuto Fabiano Alessandrini nel ricorso per il riconteggio delle schede.
“La scelta di Pignotti, legittima, anche se il contenzioso è tutto tra Alessandrini e Calcinari che non si è costituito è chiaramente volta a tutelare esclusivamente la sua posizione personale e quella della sua compagine al fine di non tornare ad affrontare il turno di ballottaggio con il candidato Alessandrini”. Questa la lettura data dalla minoranza: “Non vi è alcuna lesione degli interessi del Comune, né viene bloccata l'attività amministrativa. Ma Pignotti parla come sindaco e di interessi del Comune da tutelare. Tra l’altro, scelta inopportuna, si è affidato allo stesso avvocato del Comune, Ortenzi”.
La critica è proprio legata al doppio ruolo di candidato prima e sindaco oggi che si intrecciano nel contro ricorso. “Da sindaco – riprende il centrosinistra - dovrebbe essere suo interesse verificare che le elezioni si siano svolte correttamente, quindi senza alcuna ombra sul risultato. ma considerando che ha preso il 30% dei voti, accetta malvolentieri il confronto e le critiche (nessuna replica in consiglio comunale sulle linee programmatiche) che cosa ci vogliamo aspettare?".
Non solo. "Troviamo anche incomprendibile che si parli di rallentamento dell’attività amministrativa da parte di chi ci ha messo due mesi a presentare le linee programmatiche. Per cui un commissario non sarebbe un male per la collettività, pensiamo che saprebbe gestire meglio i fondi del Pnrr reperiti. Qui l'unico danneggiato e vittima, nel caso venga riconosciuta dal Tar la fondatezza del ricorso, è soltanto Fabiano Alessandrini” concludono gli esponenti di Pd e Noi Insieme.
