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Robot, un dossier dei primari del Murri per decidere se serve. Nuovo direttore, a fine mese la terna dei nomi

13 Maggio 2021

FERMO - Direttore generale e robot per la chirurgia, il Murri si gioca tutto in poche settimane. Lo sanno bene i sindaci fermani che infatti, oltre al tema vaccini, alla direttrice generale Nadia Storti, durante la conferenza dei sindaci hanno chiesto lumi sulle due questioni aperte.

Domani scade il bando, ovvero la possibilità dei papabili direttori di presentare la domanda per l’Area vasta 4. Considerando il tempo tecnico di ricezione delle Pec, entro sabato la procedura sarà completata. “Servirà qualche giorno per fare la valutazione dei curricula, quindi penso che per la fine mese si possa già individuare la terna con il miglior requisito per le caratteristiche del ruolo” spiega la direttrice.

La terna che poi la Storti presenterà all’assessore Filippo Saltamartini e al presidente Francesco Acquaroli. “Tempi brevi, non ho dubbi. Questa Area Vasta, che ha rispettato ogni modello gestionale, può solo crescere. Un territorio ancora legato al sisma, pugnalato al cuore pochi giorni fa dall’infortunio nel cantiere di Amandola, merita un direttore fisso”.

Se il direttore arriverà, sul robot restano dei dubbi, anche se l’onorevole Mauro Lucentini (leggi) ha provato a farli svanire. “Il nuovo ospedale di Campiglione va avanti rapidamente, guadagneremo mesi. Quindi bisogna programmare il sistema a rete. Dobbiamo pensare a specificità per alcune strutture, non possiamo mettere tecnologie ovunque” è la premessa della direttrice ai sindaci.

“Sappiamo che la rete dell’emergenza urgenza deve stare in ogni presidio, poi ci sono le attività che vanno distribuite. Gli ospedali del sud delle Marche devono coordinarsi” prosegue riprendendo il concetto che anche poche ore prima, in televisione, aveva usato il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro: “Dobbiamo metterci a sedere Area Vasta 3, 4 e 5. Altrimenti discuteremo sempre, una volta per la tecnologia, un’altra per il primario”.

Il robot non è, però, un semplice strumento, lo ribadisce la presidente dell’ordine dei medici, Anna Maria Calcagni: “E’ una quesitone seria. Serve per non far fuggire i professionisti. Ma non può arrivare tra due anni oggi noi ne abbiamo di livello. Siamo la prima regione d’Italia di fuga dei medici”.

La direttrice generale incassa e prova a chiarire meglio il percorso: “La robotica è il bisturi del chirurgo, ma non si usa per tutto. Il percorso è partito nel luglio 2020 con Licio Livini, in accordo con la direzione Asur, ed è nel piano triennale. La procedura amministrativa però è stata sospesa a febbraio per motivi amministrativi. Per capire bene il potenziale ho chiesto a un gruppo di professionisti, chirurghi, rianimatori e personale infermieristico, di valutare la tipologia di intervento e i volumi del territorio. Per questo entro il 18 maggio i medici di Fermo mi manderanno le schede su interventi e tipologia fattiva”.

Una relazione interna chiarirà se il Murri si merita il mezzo: “Con il robot – riprende la Storti - si tagliano i tempi di degenza post operatoria. Deve essere usato in primis in urologia, poi in campo oncologico, ginecologico, ortopedico e otorino. Insomma, attendo schede specifiche, per avviarlo. Nel caso in cui fossero necessario non uno ma due robot nelle Marche, valuteremo. Nel nuovo ospedale è prevista la sala della robotica, per cui quello che mettiamo oggi al Murri deve essere qualcosa che possa poi essere trasferito”.

Raffaele Vitali

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