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Pesaro in Paradiso, Fortitudo all'inferno: tutto in 3 secondi. Delfino segna, Bologna no: la Vuelle ora insegue i play off

13 Aprile 2022

PESARO – Una vittoria che vale più delle altre, questa è la verità (88-87). In un match equilibrato, vissuto per 30 minuti all’inseguimento, la Carpegna Prosciutto Pesaro ha saputo dare la zampata giusta quando contava dando una spinta verso la A2 ai biancoblù della Fortitudo.

Tre palle perse che diventano nove punti in fila e il match, che sembrava parlare bolognese, prende la direzione giusta, quella della Vuelle che in un amen passa da -12 a -3. Delfino, che fino a quel momento aveva prodotto un drammatico 1/10 segna cinque punti, con tripla in contropiede che fa impazzire i cinquemila tifosi (65-68). Il finale del terzo periodo diventa così decisivo nella sfida caldissima tra due squadre, e soprattutto due tifoserie, che proprio non si amano.

Due punti chiave quelli in palio: ci si gioca la salvezza e pure qualcosa in più. L’ultimo quarto dimostra tutto il peso del match. Si riparte con Jones che schiaccia, tutto parla pesarese, ma poi ci pensa coach Banchi in un attimo di follia a rianimare la Fortitudo che sembrava all’angolo, come un pugile in confusione. Proteste esagerate verso un fischio dell’arbitro Galasso: tecnico inevitabile solo che è il secondo e quindi viene espulso. La F ringrazia, fa 4/4 dalla lunetta. Per fortuna che Delfino è ormai davvero entrato in partita.

Ci pensa l’italo-argentino a fare il coach in campo e a dare sicurezza ai compagni. Finalmente cresce anche la difesa e Bologna comincia a perdere qualche pallone. Anche se la ‘Fossa’ dalla curva ogni tanto fa sentire i bolognesi come a casa. Quando Jones segna e la Vuelle torna avanti sembra quasi incredibile. Ma questo è il basket, testa e non solo fisico (73-72).

In una giornata così, con gli arbitri non più abituati al calore del pubblico, è facile che si perda il controllo del match. Dopo Banchi, tocca a Martino vedersi fischiare un fallo tecnico. Si va punto a punto, se Aradori mette la tripla in faccia a Delfino, il gaucho poi gli insegna come si fa una penetrazione. Ma Aradori è un orgoglioso e quindi, altra tripla (80-81 al 36’ con time out di ‘coach’ Savignani).

Si gioca in una bolgia incredibile, un tuffo nel passato. Ci vogliono gambe solide e capacità di approfittare degli errori altrui. Se Benzing si tiene il pallone senza accorgersi dei secondi che passano, Moretti è lucido, più dei compagni. Si entra negli ultimi cento secondi con Pesaro avanti di 1.

Ma proprio il migliore degli ultimi due minuti, Moretti, perde palla e apre così al contropiede della Fortitudo che Feldeine trasforma in canestro e sorpasso. Il vice di Banchi chiama il suo time out più importante con 14 secondi da giocare. Schema disegnato per decidere la stagione delle due squadre. Finalmente, dopo tre minuti, torna un pallone nelle mani di Delfino e il capitano si butta dentro: tiro e fallo subito. Due liberi a poco più di tre secondi. Non trema, solo rete per lui e di nuovo soprasso.

Il time out questa volta lo chiama coach Martino, ma il tempo è poco per costruire qualcosa che non sia una semplice preghiera. Vince Pesaro, i play off sono ora il vero obiettivo, piange Bologna, che ha un piede in serie A2.

Raffaele Vitali

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