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Parco Marino, gli ambientalisti criticano Vesprini: "Prima di dire no, ascolti. Porta vantaggi a turismo e pesca"

14 Aprile 2023

PORTO SAN GIORGIO – Luigi Silenzi dà voce al comitato Tag Costa Mare ed entra nel merito della questione parco marino che il “comune di Porto San Giorgio ha affrontato invitando consiglieri regionali di maggioranza e categorie, ma solo pescatori e balneari. E lo ha fatto per prendere una posizione di contrarietà all’area protetta che va da Pedaso a San Benedetto del Tronto” (leggi).

Una scelta che il comitato critica duramente: “giusto coinvolgere quei soggetti, ma forse non era il caso di chiamare anche le associazioni ambientaliste portatrici di interesse generale?”. Nel dettaglio, bisognava chiamare quantomeno chi sta curando la costituzione del Parco (Massimo Rossi, ndr). È stata una riunione strumentale, soprattutto considerando che il comune promotore dell’evento, insieme con Fermo, non è interessato al Parco” prosegue Silenzi che ricorda come tutto il percorso sia fatto su indicazione di commissione e Parlamento Europeo.

“Entro il 2030 dobbiamo avere il 30% di parchi marini e altrettanto di parchi terrestri, l’Italia è al 9%. Nell’Adriatico ci sono tre pachi, tra cui quello molto piccolo di Miramare. Dobbiamo fermare il degrado: non ci sono più cannelli, né telline, granchi e cavallucci. Stiamo distruggendo un ecosistema”. Uno dei motivi per il comitato è legato alla pesca selvaggia, fatta con barche con mille cavalli di potenza. Nonostante ciò il pesce diminuisce, come le giornate di attività.

Da qui la frase chiave: il parco marino è una risorsa per lo sviluppo. “Sia per ricostruire le condizioni ambientali utile alla pesca, sia per favorire la depurazione delle acque in maniera naturale. Chi vuole il parco è a favore di chi lavora sul mare, chiede solo ecocompatibilità. Ci mancherebbe che qualcuno fosse contro la pesca. Solo una certa tipologia viene vietata, l’attività della piccola pesca invece trae solo vantaggi”.

Per gli ambientalisti avrebbe vantaggi anche il turismo perché la sensibilità della popolazione è cresciuta verso i temi ambientali, il rischio è invece di “trovarsi con tratti non balneabili a causa di un inquinamento che la natura non riesce più a sostenere”.

Che fare? La soluzione non è nell’immediato far entrare Porto San Giorgio, “ma di certo non bloccare quello del Piceno, che una volta costituito ci permetterebbe caso mai di ampliarlo ai principali comuni costieri fermani” aggiunge Giuliano Malavolta.

La proposta ora è di lavorare con Unicam e Politecnica per progetti di equilibrio e far capire agli operatori i vantaggi, fermando anche l’uso di tecniche di pesca invasive che danneggiano l’ecosistema.

redazione@laprovinciadifermo.com

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