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Mille dosi di vaccino per il personale del Murri. Livini: "Basta polemiche, la sanità deve informare e incoraggiare"

29 Dicembre 2020

FERMO – Domani, al Murri di Fermo, ci saranno 950 nuovi dosi di vaccino anti Covid. E così, dopo i primi simbolici 15 operatori sanitari il numero si amplierà. E serve, visto che il coronavirus non si ferma, lo screening sugli elpidiensi questa mattina ha scovato altri 15 positivi, e nelle ultime 12 ore ha fatto altr edue vittime: un 72enne di Porto San Giorgio e una 56enne di Magliano di Tenna.

“Atterreranno all’aeroporto di Falconara e poi saranno suddivisi: all'Inrca e all'Azienda ospedaliera di Torrette di Ancona sono destinati 975 vaccini; 1.950 andranno a Fossombrone per gli ospedali di Urbino e Marche Nord; 975 a Camerino; 975 a Civitanova Marche; 975 a San Benedetto del Tronto; 975 a Fermo e 1.950 per Jesi, Fabriano, Senigallia” spiega l’assessore Saltamartini. “Stiamo nei tempi concordati a livello europeo e nazionale. Garantiremo, gradualmente, ai marchigiani la possibilità di avvalersi di questo prezioso aiuto per sconfiggere la pandemia" prosegue.

Sul discorso dubbi e ritardi interviene in maniera dura il direttore dell’Area Vasta 4, Licio Livini: “Finiamola con giudizi affrettati che potrebbero disorientare l’opinione pubblica. È inopportuno esprimere biasimo per un progetto di sanità pubblica, di valenza mondiale, che sta appena partendo.
Le istituzioni tutte hanno il dovere di informare ed incoraggiare, non ci può essere spazio, in questa fase cruciale, per critiche frettolose e considerazioni di vario genere”. Chiaro il riferimento alla presidente dell’Ordine dei medici Calcagni.

“Sollecitare ad aderire al vaccino al Covid-19 è un dovere deontologico di chi ricopre un ruolo in ambito sanitario, perché proprio queste categorie debbono essere in assoluto le più sensibili, le più fiduciose nella scienza, le più attente a veicolare messaggi corretti. Tutti noi sanitari dobbiamo avere consapevolezza del nostro ruolo e del nostro dovere, adottando comportamenti, dichiarazioni e pensieri responsabili” riprende Livini.

Che poi aggiunge: “Il vaccino non è in ritardo, anzi ha velocizzato il suo percorso, con uno sforzo senza precedenti, commisurato alla gravità della pandemia che ha interessato il mondo intero. Non ha senso avviare la campagna di vaccinazione con critiche gratuite. Oggi più che mai c’è bisogno che si faccia squadra ed i rappresentanti delle istituzioni sanitarie dovrebbero essere tutti, nessuno escluso, in prima fila, al fine di perseguire questo obiettivo”.

r.vit.

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