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Italia beffata: non basta il pubblico di Pesaro. Scariolo si sente a casa e con la Spagna continua a vincere

11 Novembre 2022

PESARO – Il basket sa essere perfido: 10mila spettatori, campioni del mondo e olimpici in prima fila con i vertici del Coni e un paio di palle buone per vincere. Ma alla fine l’Italia perde e fa festa la Spagna di coach Scariolo. Uno che a Pesaro è di casa e soprattutto sa vincere.

Tutto bello, tranne il risultato (84-88). All’Italia di Pozzecco è mancato il Bagnaia. Ci ha provato a vestirsi con la maschera del campione della Ducati Nico Mannion, ma la tripla sbagliata a un minuto dalla fine sull’82-82, seguita da un appoggio corto di Marco Spissu, rompe la magia di un palasport da Eurolega.

La Spagna dei giovani e dei rincalzi domina a rimbalzo, è micidiale ai liberi e soprattutto nel supplementare conferma la capacità di giocare delle squadre di Scariolo che trovano sempre l’uomo giusto da servire. Poi bisogna fare canestro e Fernandez questa capacità ce l’ha.

Peccato, inutile negarlo. Pesaro vince la sfida del pubblico e dell’organizzazione, l’Italia deve concentrarsi perché ora l’aspetta la Georgia. Per Pozzecco buoni segnali, in particolare dall’anconetano Severini, chiamato a un super lavoro visti i falli di Ricci e Tessitori, ma anche perché ha saputo fare tante cose buone.

Non c’è mai stato un padrone del match. Perché la Spagna ha allungato un paio di volte (25-32, 38-45), ma se vogliamo chi è andata più vicina a vincere è stata proprio l’Italia che con una tripla di Spissu a 35’’ dalla fine del tempo regolamentare, perché c’è voluto un supplementare per decretare il vincitore, sembrava aver risolto tutto. Ma Fernandez aveva altri programmi: tripla e palazzo impaurito, che si è rigenerato pochi secondi dopo con la grande penetrazione di Mannion.

Il play dai capelli rossi è stato l’emblema del match: canestri, errori, palle perse, palle recuperate, canestri, errori e ancora canestri. Ha gambe da Nba, stazza e costanza non ancora a quel livello. Ma ha giocato con la voglia di portarsi a casa anche il ferro, magari per dedicare la vittoria al suo coach alla Virtus Scariolo, che in campo lo manda poco.

Valentino Rossi e Pecco Bagnaia hanno tifato come due ragazzini, alzandosi, urlando e battendo le mani. Con loro Gimbo Tamberi e Malagò “Qui a Pesaro è sempre bello” è il titolo che regala Rossi. Ma il pubblico non è bastato.

Di certo la Federazione sa che può contare sulla casa della Vuelle per grandi eventi. Il pubblico è maturo, la passione è vera, la struttura splendida. È mancata solo la vittoria, ma non la festa per uno sport che sa far innamorare anche chi non conosce le regole.

r.vit.

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